
Da un lato, forse per la prima volta, Vladimir Putin apre ad un'Ucraina in Ue. Dall'altro Bruxelles non si fida di queste parole, le legge e le metabolizza, intrecciandole con le sue strategie di allargamento e di azione alla voce difesa, anche nella cerniera orientale della Nato. Certamente non mancano altre spine, come il caso Fico, ma la Commissione Ue "risponde" con i fatti alle parole di Putin, mentre Berlino frena sui militari da inviare a Kiev.
Primo punto la primizia di Mosca che "non si oppone all'adesione dell'Ucraina all'Ue", ma l'adesione del Paese all'Alleanza Atlantica "è inaccettabile per noi". Così il presidente russo incontrando in Cina il primo ministro slovacco, meeting che ha suscitato la reazione europea. Per Marie Bjerre, ministra danese per gli Affari europei, il bilaterale Fico-Putin non è un buon segnale, ha detto a nome della presidenza di turno al termine del Consiglio informale a Copenhagen. Ha rincarano la dose la Commissione europea, secondo cui Fico "non rappresenta l'Ue in Cina". Tra l'altro proprio questa connessione politica e personale tra Russia e Cina sulla guerra in Ucraina rappresenta, secondo Bruxelles, una zavorra nelle relazioni sino-europee.
Ma il leader slovacco flirta non poco con Putin, (che il cancelliere tedesco Friedrich Merz definisce "il peggior criminale di guerra dei nostri tempi") con cui progetta iniziative comuni alla voce energia, contribuendo ad aumentare la tensione: "Venerdì incontrerò il presidente dell'Ucraina a Uzhgorod. Solleverò la questione degli attacchi alle strutture energetiche con la massima serietà, perché è impossibile che attacchi del genere possano essere perpetrati su infrastrutture così importanti per noi".
A proposito di attacchi, la Nato prende "molto seriamente" la questione del Gps che ha riguardato domenica scorsa l'aereo di von der Leyen, costretto ad atterrare in Bulgaria con mappe analogiche e senza supporto elettronico. Il segretario generale Mark Rutte ha assicurato che l'alleanza lavora "giorno e notte per contrastare questo fenomeno".
Al secondo posto resta il dossier difesa, con l'annuncio di Ursula von der Leyen di moltiplicare esponenzialmente i fondi per la sicurezza delle frontiere Ue: "Proponiamo di aumentare cinque volte gli investimenti in difesa, e questo include ovviamente le capacità marittime, e proponiamo di aumentare di dieci volte gli investimenti nella mobilità militare", ha affermato durante la sua visita in Romania. Nei prossimi giorni verrà seguita da un lungo tour di Antonio Costa, presidente del consiglio europeo, che visiterà i leader di quei paesi interessati all'allargamento. Non a caso, inaugurando il Forum strategico di Bled, Costa ha precisato che "i percorsi di adesione dei Balcani occidentali, della Moldavia e dell'Ucraina sono più che semplici promesse: sono priorità, l'allargamento non sarà facile ma ne varrà la pena". A proposito della Moldavia, si avvicinano le elezioni parlamentari previste a fine settembre e, con esse, i tentativi di intromissione di players esterni al fine di allontanarla dall'Ue proprio perché riveste un'importanza strategica ed è una zona cuscinetto tra Nato e Russia. E Bruxelles intende giocare di anticipo, in attesa del vertice dei volenterosi di domani, su cui si registra la prudenza di Berlino che si allinea a Roma. Per Merz, infatti, "gli aiuti militari competono agli Stati, scettico su truppe tedesche".
Oggi intanto Volodymyr Zelensky sarà a cena con Emmanuel Macron per preparare il vertice, con anche Parigi che si dice
pronta a dare garanzie di sicurezza a Kiev. "Abbiamo contributi sufficienti per poter dire agli americani che siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità a condizione che loro si assumano le loro", ha spiegato l'Eliseo.