L'Europa in tilt sugli Usa adesso tratta con l'Italia

Giudizio su Trump stravolto in poche ore. Nuovi dubbi sui nostri conti ma con toni più morbidi

Prima bollato come un pericolo per l'economia mondiale poi subito corteggiato e invitato a un vertice. Le istituzioni comunitarie sono state colte di sorpresa più di altri dal voto degli Stati uniti. Per uno scherzo del calendario - e anche per poca lungimiranza dei funzionari europei - poche ore dopo dalla vittoria di Donald Trump è uscita una bocciatura di una sua eventuale presidenza. «Il rischio centrale» per l'economia americana, si legge nelle previsioni d'autunno uscite ieri, «è legato ai potenziali cambiamenti politici avversi a seguito delle elezioni presidenziali di Novembre e delle elezioni del Congresso, e la relativa incertezza». Questi sviluppi «potrebbero pesare sul sentimento, estendendo il periodo di debolezza» dell'economia «compromettendo il consolidamento della crescita previsto dal 2017». Tradotto, la Commissione europea ha previsto disastri economici in caso di cambiamenti che si sono poi verificati.

La valutazione è appunta contenuta nelle previsioni autunnali della Commissione europea, molto attese in Italia. Come previsto la Commissione valuta il nostro Pil del 2017 allo 0,9% e allo 0,7% quello di quest'anno. L'1% verrà raggiunto solo nel 2018 e non il prossimo anno come prevede il governo.

Più problematica la questione dei conti pubblici. Secondo la Commissione il disavanzo sul Pil sarà del 2,4% nel 2017 e addirittura risalirà nel 2018 al 2,5% deviando dal percorso di riduzione concordato da Roma con Bruxelles. In crescita anche il debito, che arriva al 133,0% del Pil nel 2016, dal 132,3% di fine 2015, e poi in aumento ancora al 133,1% nel 2017 e stabile nel 2018.

La Commissione europea continua a fare la voce grossa, ma sta ammorbidendo i toni sia con l'Italia sia con gli altri stati che non hanno i conti in ordine. Le istituzioni europee non reggerebbero una ondata alla Trump nel Vecchio continente. Ad esempio con una vittoria del No al referendum sulle riforme costituzionali.

Nelle previsioni c'è un riferimento chiaro ai rischi di peggioramento che derivano «dall'incertezza politica specialmente a causa del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale, a un ulteriore rallentamento nella domanda esterna e all'aggiustamento lento del sistema bancario».

La lotta ai populismi resta una priorità per l'Europa. Salvo poi recuperare gli ex candidati «populisti». Ieri, insieme alle previsioni d'autunno, sono arrivati inviti accorati a Trump. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno invitato il presidente in pectore a un vertice con l'Ue. «Sincere congratulazioni» e l'invito a «rafforzare le relazioni transatlantiche».

Unica nota stonata nella missiva a Trump, un appello ad un impegno alla «sovranità e

all'integrità territoriale dell'Ucraina». Appello che il neopresidente statunitense difficilmente potrà raccogliere, visto che la sua cifra sarà quella di non intervenire fuori dai confini. Soprattutto quando si tratta della Russia.

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