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L'Europa vota sì al copyright Più tutele per artisti e scrittori

Passano le nuove regole per la protezione delle opere di ingegno: «Riconosciuto un equo compenso agli autori»

L'Europa vota sì al copyright Più tutele per artisti e scrittori

L'Europarlamento ha votato si anche se non era così scontato. Con 348 voti a favore, 274 contrari e 36 astensioni, ha dato il suo via libera alla nuova direttiva europea sul diritto d'autore, che imporrà ai giganti del web di condividere i ricavi ottenuti a fronte dell'utilizzo di contenuti creativi con artisti e giornalisti. Un voto che ha provocato grandi tensioni, il pressing delle multinazionali del digitale sviluppato in modo così insistente da portare il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani a un richiamo pubblico, nelle ultime ore, per far interrompere le «pressioni» sugli eurodeputati. E il dibattito sulla misura non sembra destinato a raffreddarsi in tempi brevi.

Insomma, a vincere oggi, dopo tre anni di tensione, le associazioni di editori, case cinematografiche e musicali, giornalisti, artisti, attori, sceneggiatori, creativi in genere, che da questa legge comunitaria si aspettano di poter richiedere un compenso per l'utilizzo sul web delle loro produzioni da parte dei colossi come Google e Facebook. Ma è solo la prima battaglia. Sanno tutti che la guerra sarà lunga e sempre più protagonista nel futuro. La riforma della direttiva è nata proprio per aiutare chi produce opere dell'ingegno a recuperare potere contrattuale nei confronti dei giganti Usa del digitale. «Forza Italia ha da sempre condiviso la riforma del copyright votata oggi a Strasburgo, ha detto Silvio Berlusconi. La violazione sistematica del diritto d'autore ha messo in ginocchio intere categorie professionali, gli scrittori, i giornalisti, i fotografi e costituisce un furto esattamente come accade per un bene materiale». Ma non solo, «la mancanza di controlli ha consentito nel tempo la diffusione di notizie false, che possono addirittura sovvertire l'ordine democratico e possono interferire sui risultati elettorali. La verità va difesa contro ogni forma di menzogna. Mi complimento con il Presidente Tajani per il coraggio con il quale ha difeso il Parlamento Europeo dalle ingerenze e dai tentativi di limitarne l'autonomia», ha ribadito il presidente di Forza Italia.

E tra i primi a esprimere la propria soddisfazione ci sono proprio gli editori. Per Mogol, presidente della Siae, la normativa «non impone una tassa, ma riconosce un giusto compenso». Non gioiscono, invece, le grandi piattaforme tecnologiche, chiamate a mettere mano al portafogli e ad assumersi la responsabilità diretta per i contenuti caricati sui loro siti. La comunità di Wikipedia aveva già espresso la propria contrarietà con oscuramenti volontari da parte di diverse piattaforme nazionali, compresa quella italiana. Subito dopo il voto, un portavoce di Google - afferma invece che la direttiva «è migliorata, ma porterà comunque incertezza dal punto di vista locale e danneggerà le economie digitali e creative dell'Europa». Il testo adottato dal Parlamento europeo dovrà essere approvato dal Consiglio dell'Unione europea nelle prossime settimane e pubblicato nella gazzetta ufficiale. Gli Stati membri avranno a quel punto due anni per accogliere le nuove norme nelle legislazioni nazionali. Un passaggio, quest'ultimo, a cui Google guarda con particolare interesse. «I dettagli contano».

La guerra è ancora tutta da vincere.

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