Si semplificano le regole per muoversi all'interno dell'Unione europea. Non appena i vari Paesi avranno messo a punto il nuovo modello di gestione della pandemia che punta a ritirare le restrizioni generalizzate imposte finora per proteggere i propri confini, non conterà più il luogo di provenienza dei viaggiatori ma lo stato del loro certificato Covid.
Le mappe di contagio, che colorano di rosso o rosso scuro le cartine degli Stati dove i contagi corrono di più, rimarranno solo a livello informativo, ma non saranno determinanti ai fini delle restrizioni da imporre a chi varca i confini di altri Paesi. Non verranno più raccomandate misure come quarantene o ulteriori test a chi arriva da Paesi con un'alta circolazione del virus, come accade ora per scoraggiare gli spostamenti da e verso le zone rosso scuro. A contare - come prevede il testo di una raccomandazione concordata dagli ambasciatori Ue in vista del consiglio affari generali di domani - sarà solo lo stato del viaggiatore: se è vaccinato, guarito dal Covid o se ha un test negativo fatto nelle 72 ore precedenti se molecolare o 24 ore prima (non più 48) se antigenico. Il green pass sarà dunque sempre più determinante. Al momento non è chiaro se verrà richiesto il booster e se trascorso un determinato tempo dalla seconda dose servirà esibire anche un tampone. La validità del certificato europeo resterà di 9 mesi, in contrasto con quello italiano che dal 1° febbraio durerà 6 mesi dall'ultima vaccinazione. Non solo un problema per chi ha fatto da tempo il booster, ma anche una situazione di conflitto tra due norme. Il governo sta infatti valutando una soluzione, dal momento che ancora non si parla di quarta dose e non si può lasciare senza certificato chi ha completato il ciclo vaccinale. La scadenza potrebbe essere riportata a 9 mesi, ma si valuta anche la possibilità di considerarlo valido finché non saranno prese decisioni sull'eventuale nuovo richiamo. Ancora nessuna conferma, invece, sulla proroga dell'ordinanza firmata prima di Natale per arginare il dilagare della variante Omicron. Ordinanza che prevede l'obbligo di tampone per entrare in Italia dall'estero, anche dai Paesi Ue e anche per chi ha il green pass ed è stato vaccinato con la terza dose. Una stretta che ora, con Omicron prevalente anche da noi, potrebbe perdere di efficacia.
Con l'emergenza che sta cambiando volto e il virus che si avvia verso una fase endemica, si sta rendendo necessario un approccio diverso a livello globale. Tanto che il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ieri a Domenica in ha auspicato «un alleggerimento» al momento opportuno per «rendere tutto quanto più semplice» e per «passare dall'emergenza a un trattamento ordinario» della patologia. Per Sileri è necessario però fare una programmazione in base ai dati. «Non è una cosa che può essere fatta questa settimana, ma forse in una decade da oggi probabilmente sì perché i casi caleranno», ha detto. Dopo il picco dei casi stiamo raggiungendo il plateau, la stabilizzazione della curva epidemica. Che anche ieri ha continuato la sua lenta discesa, con 138.860 nuovi contagi (contro i 171.263 di sabato e soprattutto i 149.512 di domenica scorsa).
I tamponi sono stati meno del giorno prima, come sempre nel fine settimana, e il tasso di positività è calato dal 16,4% al 15%. Sempre alti, ma in diminuzione, i decessi, che sono stati 227. Tornano a salire invece i ricoveri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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