Paola Fucilieri
Milano I carabinieri li hanno fermati ieri pomeriggio a bordo di un'auto che viaggiava lungo la Milano-Meda. Una donna al volante e un uomo seduto accanto a lei, madre e figlio; nel bagagliaio, all'interno di un fusto, il cadavere integro e seminudo di un uomo di cui non si sapeva più nulla da un mese, l'ex calciatore semiprofessionista arrivato fino in serie C e neo direttore sportivo del Brugherio calcio Andrea La Rosa, 35 anni. Un corpo senza vita, occultato per un mese e che stava per essere trasportato altrove per farlo sciogliere nell'acido e non lasciare tracce.
Gli investigatori del comando provinciale dell'Arma hanno portato i due subito in caserma, in via della Moscova, dove li attendeva il procuratore aggiunto Eugenio Fusco che li ha interrogati per ore. Per loro si profila un'accusa di omicidio volontario a scopo di rapina, sequestro di persona e occultamento di cadavere, anche se fino in tarda serata non era stato preso alcun provvedimento nei loro confronti.
L'auto dei due veniva seguita da un mese dai militari che ieri sono andati praticamente a colpo sicuro. Madre e figlio vivono infatti in un appartamento a Quarto Oggiaro, tra via Cogne e via Grassi, esattamente l'area da dove è partito l'ultimo messaggio WhatsApp che l'ex calciatore ha inviato il giorno in cui è scomparso, martedì 14 novembre, a un giocatore del Brugherio calcio, l'ultima persona che il ds ha contattato prima che si perdesse ogni traccia di lui, della sua Audi A3 e del suo cellulare.
I familiari di Andrea avevano presentato denuncia il giorno successivo alla scomparsa, il 16 novembre. L'ipotesi dell'allontanamento volontario aveva subito perso consistenza: la compagna, Estella Bellini, aveva spiegato ai carabinieri che quel martedì La Rosa aveva un appuntamento alle 23 a Milano, nella zona di Quarto Oggiaro, con un amico che lavorava in un'azienda di transazioni finanziarie. «Lo conosco anch'io» aveva dichiarato la donna. Il messaggio WhatsApp partito dal quartiere aveva quindi fatto convergere i sospetti in quella direzione. Si era saputo così che l'ex calciatore doveva consegnare all'amico una consistente somma di denaro e la principale pista seguita dagli investigatori riguardava proprio il coinvolgimento di La Rosa in giri di soldi e prestiti, anche se non è stato mai spiegato in quali termini.
L'uomo fermato ieri insieme alla madre, secondo indiscrezioni, sarebbe quindi un vero e proprio usuraio o, comunque, l'intermediario di un altro soggetto che prestava denaro a interessi spropositati.
Il giorno della sua scomparsa La Rosa sarebbe stato coinvolto in una discussione molto vivace con l'uomo fermato ieri (e forse con un suo complice) e prima che il 35enne gli consegnasse la somma già pattuita e per la consegna della quale si erano incontrati, l'altro gliel'avrebbe estorta in qualche modo con la forza. Da qui l'accusa di rapina. Il ruolo della madre del fermato sarebbe di totale complicità con il figlio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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