Berlusconi blinda gli azzurri dagli assalti del suk di Verdini

L'ex coordinatore di Fi è molto attivo ma finora ha raccolto poco

Berlusconi blinda gli azzurri dagli assalti del suk di Verdini

Roma - Berlusconi prova a blindare Forza Italia ma il mercato di Verdini non si ferma. Giornata frenetica tra gli azzurri: il Cavaliere non cambia idea sulle riforme ma il gruppo al Senato tentenna. Pare che Denis, spesso assente da Palazzo Madama, ieri fosse una trottola tra i banchi degli azzurri. Pacche sulle spalle a uno, bisbigli a un altro, e chilometri e chilometri con il senatore di turno sottobraccio. Una campagna acquisti in piena regola per convincere qualche berlusconiano recalcitrante. Non è dato sapere se tra i colloqui fitti fitti ci fosse pure uno scontato «Che te serve?» ma qualche indizio c'è: tutte le nomine sono state bloccate. Come mai? Non si sono aggiornate le presidenze di commissioni; non si sono riempite alcune caselle ministeriali, tra vice e sottosegretariati. Insomma, il suk è partito. Berlusconi, che non si appassiona all'argomento riforme, scende in campo personalmente. I fidati Altero Matteoli e Maurizio Gasparri gli portano a palazzo Grazioli Francesco Amoruso, senatore di Bisceglie alla sesta legislatura e dato per scontento. Anzi, scontentissimo visto che - si dice - abbia già abbracciato la truppa verdiniana. Ma Amoruso non è il solo a tentennare. Tra questi ci sarebbero anche i campani Domenico Auricchio e Franco Cardiello.

E poi ci sono quelli che non se la sentono di tradire il presidente ma che sono terrorizzati dall'idea che il governo vada sotto e che Renzi trascini il Paese alle urne. E poi, loro, chi li rielegge più? Ecco perché tra alcuni azzurri si fa largo l'ipotesi «influenza»: una bella febbre che li tenga lontani da Palazzo Madama durante le votazioni clou e il gioco è fatto. Non un soccorso azzurro ma una non belligeranza. «Quelli tentati dall'operazione termometro sono almeno nove, forse qualcuno in più», confessa un berlusconiano ben informato.

Berlusconi, dal canto suo, continua a dire che no, la riforma non deve passare perché «la sommatoria tra nuovo Senato e Italicum risponde solo a un cinico disegno di potere di Renzi. E questo non possiamo permetterlo». Insomma, il Cavaliere ancora il partito all'opposizione anche se non crede che il premier cadrà. Non tanto per le crepe che si stanno aprendo tra l'esercito azzurro quanto per la tenuta della minoranza dem. Saranno veramente tutti compatti per il «no»? Berlusconi ha i suoi dubbi.

Perplessità comunicate ai suoi assieme a valutazioni su quello che pare preoccuparlo maggiormente: la politica internazionale. «Sono davvero angosciato dalla situazione in Siria - dice spesso -. Fonti d'intelligence mi confermano che l'Isis, in quella zona, ha compiuto una penetrazione territoriale devastante.

Ne ho parlato anche con Putin durante il viaggio in Crimea. E mi spiace che nell'indifferenza totale dell'Italia non si lavori a una grande coalizione internazionale che tenga insieme Russia, Stati Uniti, Europa e Paesi arabi moderati per combattere l'estremismo islamico».

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