L'ex premier ha deciso: «Niente deleghe Farò la rivoluzione dentro Forza Italia» La grande scossa dopo le Regionali

Roma Il partito? Questa volta ci penserò io... E non delegherò più nulla». Berlusconi, ieri ad Arcore per il tradizionale lunedì dedicato a famiglia ed aziende, ha in testa una vera e propria rivoluzione. Forza Italia ha bisogno di una scossa e scossa sarà; e sarà il Cavaliere in persona a dargliela. Quando? Di sicuro non subito ma dopo le Regionali, elezioni a cui l'ex premier non dedica e non vuole dedicare troppe energie. Berlusconi non si fa troppe illusioni; sa che non saranno un successo anche perché «sono stato praticamente assente dalla scena politica e fino a l'altroieri sono stato persino impedito nei movimenti». Ma al di là delle prossime amministrative, da cui il Cavaliere non si aspetta granché anche se arrivano buoni segnali dalla Liguria, Berlusconi pensa già alle prossime elezioni politiche. «No, io non mi candiderò più - dice ai suoi - Ma farò il padre nobile di un grande raggruppamento capace di rappresentare tutti i moderati che restano la maggioranza del Paese». Il modello del partito Repubblicano in stile Usa su cui già s'è espresso di recente.

Si dice che il Cavaliere abbia persino in mente il leader ideale ma per ora sul Mister X aleggia il mistero. Mettere mano al partito è una priorità soprattutto perché in questa fase Forza Italia è scossa da correnti e personalismi deleteri. Vista l'opposizione dura al governo sembra un paradosso ma se nei confronti di Fitto il Cavaliere ha parole dure considerandolo già un corpo estraneo, nei confronti di Verdini Berlusconi è più indulgente. Vero è, però, che qualcosa tra i due s'è rotto. Gli ultimi faccia a faccia non sono stati morbidissimi visto che Denis gli ha sempre contestato la scelta di scendere dal treno delle riforme. Ma su questo punto il Cavaliere non ci sente: «Di Renzi mi sono fidato e ho fatto male. Di lui non mi fido più. Chi ha tradito una volta lo rifà una seconda. Matteo mi ha proprio deluso». Il Nazareno è morto e sepolto e non risorgerà più. Ecco il motivo per cui con Verdini resta il gelo anche se dalle parti di Arcore nessuno crede che l'ex coordinatore del Pdl arriverà al punto di strappare creando addirittura dei gruppi autonomi in Parlamento.

Così, il Cavaliere ragiona e lavora su come organizzare la rivincita, convinto che anche Renzi alla fine farà flop perché troppo ambizioso e troppo spregiudicato. «È lucido e determinato più che mai», giura chi lo sente.

Galvanizzato dalla recente sentenza della Cassazione che di fatto ha sconfessato il verdetto che lo ha condannato? Dicono di no. Anche perché, ammette un big azzurro, «il presidente ha sempre sostenuto di essere stato vittima di una sentenza politica; ed è naturale e normale che poi alla fine la verità venga a galla».

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