L'ha uccisa e poi è andato a giocare alle slot

Il killer dell'impiegata ha confessato: "Ero fatto di droga, l'ho massacrata a bottigliate"

L'ha uccisa e poi è andato a giocare alle slot

Milano - L'ha massacrata a bottigliate, mentre lei dormiva. Era «fatto» di cocaina: «Avevo il cervello in pappa», ha dichiarato a pm e polizia. E il giorno dopo l'omicidio ha speso i soldi della vittima in «gratta e vinci, birra, slot-machine e un paio di ricariche del telefono». È durata meno di 48 ore la caccia a Luca Raimondo Marcarelli, 32 anni, tossicodipendente incensurato, accusato di aver ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì Tiziana Pavani. La 54enne era impiegata in un asilo ed è stata trovata cadavere nel tardo pomeriggio del 12 gennaio nel suo appartamento in via Bagarotti, quartiere periferico di Baggio.

Le indagini si sono subito concentrate sulle strette conoscenze della donna. Tiziana e Luca si erano conosciuti quattro anni fa sul sito di incontri Badoo e abitavano vicini. Lei separata, lui con problemi di droga e tentativi di suicidio alle spalle. Si frequentavano saltuariamente, avevano un rapporto di amicizia e sesso occasionale. Pare che ultimamente Tiziana Pavani, che aveva trovato all'amico un lavoro in un'impresa di pulizie, volesse troncare. Il movente, stando alla confessione del ragazzo interrogato dalla Squadra mobile e dal pm Letizia Mannella (coordinati dal sostituto Alberto Nobili) venerdì pomeriggio e poi fermato, sarebbero i soldi. «Le avevo prestato 2.450 euro - ha dichiarato Marcarelli - e non me li ridava. Quella sera sono andato da lei, abbiamo discusso. Poi è andata a dormire». Il 32enne ha aggiunto di essere in cura al Sert e di essere stato ricoverato in psichiatria in passato. Rimasto sveglio, ha finito tutta la cocaina che aveva, circa 2 grammi. Intorno alle 4.30, secondo il suo racconto, ha colpito l'amica alla testa con una bottiglia piena e le ha premuto un cuscino sul volto. «Ha aperto gli occhi - ha detto lui -, ma non si è resa conto». Prima Marcarelli si era spogliato per non sporcarsi di sangue. È in carcere per omicidio volontario premeditato e rapina. Le ore successive scorrono tra lucidità e follia. Il ragazzo prende i cellulari e il Bancomat della vittima, trova il Pin. Porta via i propri mozziconi e la bottiglia e apre il gas, sperando che un'esplosione nasconda le tracce.

Preleva 500 euro e torna a casa. Lì la polizia lo trova con gli stessi abiti delle riprese della banca. Il Bancomat è stato rinvenuto spezzato in un cassonetto del suo condominio. «I riscontri oggettivi suffragano la confessione», dicono alla Omicidi.

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