Dove non è arrivata la sharia, arriva il business. Seguito da una valanga di critiche da parte degli attivisti che si battono contro l'islam radicale. È bufera su Marks and Spencer, uno dei più noti e diffusi grandi magazzini britannici, dopo che la catena ha messo in vendita una delle tante versioni del tradizionale velo islamico, l'hijab (che copre tutta la testa parte del busto, tranne il viso), nella categoria «abbigliamento scolastico», per di più definito «indispensabile», destinato alle bambine al di sotto dei 9 anni. Come se non bastasse anche a un prezzo abbordabilissimo: 6 sterline in tutto, 6,86 euro al nostro cambio.
L'indignazione si è scatenata in poche ore. «Così M&S agevola il medievalismo», attacca via Twitter, lanciando l'allarme, l'inglese Maajid Nawaz, fra i più noti attivisti internazionali impegnati contro l'integralismo islamico, che ha prima abbracciato e poi ripudiato. «È loro diritto preferire il profitto ai valori. Ma è nostro diritto fare in modo che si vergognino della loro scelta». Più feroce e certamente più diretta l'arabo-canadese Yasmine Mohammed: «Fanculo M&S. Dal profondo del mio cuore, sinceramente, fuck you», scrive Yasmine sul suo account Twitter. E non è difficile capire perché si spinga così in là la scrittrice e blogger che ha voltato le spalle all'islam dopo aver raccontato le minacce di morte della madre quando lei si rifiutava di indossare il velo da bambina e il matrimonio forzato con un membro di Al Qaida che la costringeva a stare chiusa in casa con la carta sulle finestre per non vedere fuori.
Nel frattempo, mentre l'onda dello sconcerto monta in poche ore, arrivano nuovi dettagli sulla vendita dello scandalo. All'utente «liberal T» (e il nickname non sembra casuale) che chiede ai responsabili del grande magazzino, sempre via Twitter, quale sia la taglia giusta per una bimba di 6-8 anni, Marks and Spencer risponde chiaramente che la misura perfetta è la large. Che età coprirebbe dunque la taglia small?, si chiedono molti utenti imbufaliti. Ed è evidente che si arrivi anche ai tre anni. «Sono più estremisti della legge islamica - commenta un utente - La sharia dice che si può cominciare a indossare l'hijab a 9 anni. Ma M&S pensa che 3 sia ragionevole».
Sommersa e sollecitata dalle critiche, la multinazionale delle vendite al dettaglio, che in Gran Bretagna è un riferimento della classe media, risponde attirandosi ancora più insulti. «Forniamo uniformi su misura per 250 scuole in tutto il Paese e gli istituti ci dicono di quale articolo hanno bisogno nella loro lista - spiega ancora dal suo account ufficiale M&S -. Un certo numero di scuole quest'anno ha richiesto l'opzione hijab». Facili le amare ironie dopo la precisazione: «Il prossimo articolo sarà l'abito da sposa per le bimbe di sei anni...», scrive qualcuno. «Vendereste reggiseni e perizomi per bimbe di tre anni?», chiede qualcun altro. «Al processo di Norimberga la difesa tipo stavamo solo eseguendo gli ordini non è stata ritenuta sostenibile».
Già due anni fa la catena Marks and Spencer era finita al centro delle polemiche nel Regno Unito, dove ha sede, accusata di sessismo per aver messo in vendita il burkini, alternativa islamica al costume da bagno e al tipico bikini occidentale, pubblicizzandolo con la garanzia di copertura «di tutto il corpo, tranne viso, mani e piedi», come nei suoi negozi in Libia o a Dubai. Ora un altro scandalo, dettato in realtà più dal business che dall'ideologia.
Eppure on-line è già partito l'appello al boicottaggio: #stopshoppingatM&S (fermate gli acquisti). Un appello contro la «sottomissione femminile» oppure - così la chiama Nawaz - «l'apartheid di genere». Servirà davvero in un Paese che conta 140 scuole islamiche, 20 delle quali finanziate dallo Stato?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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