Libia, il governo mentì sui pescatori: stanno bene

La Lega rivela una lettera ufficiale di Palazzo Chigi sulle condizioni dei prigionieri

Libia, il governo mentì sui pescatori: stanno bene

Il governo nascose le reali condizioni dei 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati nei giorni scorsi. L'accusa arriva dalla senatrice leghista Stefania Pucciarelli, che in qualità di presidente della commissione Diritti umani, lo scorso 16 ottobre scrisse al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio offrendosi di fare un sopralluogo per vedere come i cittadini italiani fossero tenuti. A rispondere alla senatrice fu il consigliere diplomatico di Conte, Pietro Benassi, che il 28 ottobre scrisse: «A nome del presidente del Consiglio, debitamente informato della sua sensibilizzazione, intendo rassicurarla in merito al forte impegno del governo, in tutte le sue articolazioni, per pervenire quanto prima ad una positiva soluzione della vicenda». Ed è a questo punto della lettera che qualcosa non torna. Perché Benassi proseguì: «Quanto alle condizioni fisiche, i nostri marittimi godono di buona salute, possono contare su un medico che li segue con regolarità e si trovano in una situazione non promiscua rispetto ad altri detenuti, come confermato anche dal nostro ambasciatore in Libia, Giuseppe Buccino». Parole che vanno a cozzare con quanto dichiarato da alcuni dei marittimi sequestrati. Le loro dichiarazioni sono chiare: «Ci hanno rinchiusi in un bunker sottoterra». E ancora: «Li hanno picchiati perché le loro barche erano riuscite a scappare. Un affronto per i libici». Anche Di Maio, durante un question time, rassicurò sulle condizioni dei pescatori.

«Vorrei capire - chiarisce la Pucciarelli - se fossero mal informati o in cattiva fede. Perché non si scherza sulla pelle delle persone». Su questo sia il premier che il ministro degli Esteri saranno chiamati a rispondere.

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