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Libia, Renzi incontrerà Putin: "Siamo in grado di intervenire"

A marzo il premier volerà a Mosca: "Necessario riportare la Russia al tavolo internazionale". Ma scivola sull'Ucraina

Libia, Renzi incontrerà Putin: "Siamo in grado di intervenire"

Matteo Renzi tenta di riagganciare Vladimir Putin. Il mese prossimo volerà a Mosca per ricucire quel legame che era fortissimo quando Silvio Berlusconi sedeva a Palazzo Chigi, ma che è andato via via deteriorandosi con la forsennata posizione sul conflitto ucraino imposta dall'Unione europea a Roma. "L’Italia ha un servizio di intelligence che non è come la Cia, ma in Libia siamo i numeri uno - spiega il premier - noi conosciamo come stanno le cose in quel Paese, voglio dare segnale di tranquillità ai miei connazionali. Conosciamo come stanno le cose e siamo in grado di intervenire". Ma, se davvero Renzi vuole impegnarsi attivamente in Libia, sa bene che l'alleato forte che può supportarlo nella lotta allo Stato islamico non è certo Barack Obama, ma il presidente russo.

Intervistato a In mezz’ora da Lucia Annunziata, Renzi prende di petto il fronte caldissimo della politica internazionale. Il governo è pronto a fare la propria parte in Libia dove, assicura il premier, "in questo momento l’Isis non è così forte come vuol far credere". Per intervenire, per, ha bisogno di un appoggio forte alla Nato. Appoggio che di sicuro non arriverà da Obama che ha già dimostrato di essere più propenso ad armare l'esercito ucraino per colpire Mosca piuttosto che fermare i sanguinari tagliagole dell'Isis che, nelle ultime settimane sono arrivati a un tiro di schioppo dall'Italia. Proprio per questo Renzi tenta la strada della diplomazia. A partire dal riavvicinamento alla Russia. "Il mio viaggio da Putin è fissato per l’inizio di marzo - annuncia il premier - è un tentativo, l’importante è far passare il messaggio che nella partita della Libia l’Onu deve giocare un ruolo chiave e siccome la Russia è membro permanente...".

Renzi conosce tutti i limiti di una guerra in Libia senza l'alleato russo. "L’altra volta - ricorda il presidente del Consiglio - l’intervento fu molto improvvisato e ora si pagano le conseguenze. Fu giusto cacciare Gheddafi, ma è in corso una battaglia sul futuro del nostro mondo". Il punto di partenza per il premier è il presidente dell'Egitto Abd al-Fattah al-Sisi, "baluardo nel Mediterraneo" che recentemente ha stretto un saldo accordo con Putin. Tuttavia, Renzi non perde l'occasione per attaccare il Cremlino per il ruolo giocato nel conflitto in Ucraina. "Putin è responsabile di aver violato l’integrità dell’Ucraina - tuona il premier - se la Russia torna al tavolo della comunità internazionale saremmo tutti più tranquilli» ma «per andare al tavolo è chiaro che Putin deve uscire dall’Ucraina".

In realtà sia Renzi sia l'Unione europea dovrebbero capire che il vero fronte non quello ucraino, bensì quello libico.

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