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Licio Gelli e la P2

Le liste segrete loggia P2 (Propaganda due) furono scoperte il 17 marzo 1981

Licio Gelli e la P2

È morto all'età di 96 anni Licio Gelli, fu il capo della loggia massonica segreta P2. Condannato per depistaggio delle indagini della strage di Bologna del 1982, è stato l'uomo dietro ai grandi misteri d'Italia, il nome dell'ex venerabile - gran maestro della loggia deviata - è legato a decine di inchieste giudiziarie e a vari lati oscuri della storia dello scorso secolo: tentato golpe Borghese, strategia della tensione (strage alla stazione di Bologna in testa), crac Sindona, caso Calvi e Moro, mafia, tangentopoli. Classe 1919, si è spento nella sua villa Wanda (ribattezzata in onore della prima moglie Wanda Vannacci) sulle colline di Arezzo, dove era rientrato dopo un breve ricovero in ospedale. Definito "il burattinaio d'Italia", faccendiere e imprenditore, fu fascista durante il regime e la Repubblica di Salò e, poi, partigiano, quando la vittoria della guerra cominciò a rivelarsi impossibile per i nazi-fascisti.

Le liste segrete loggia P2 (Propaganda due) furono scoperte il 17 marzo 1981. I giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone, nell'ambito di un'inchiesta sul finto rapimento del finanziere Michele Sindona (banchiere coinvolto nell'affare Calvi e mandante dell'omicidio di Giorgio Ambrosoli), fecero perquisire la villa di Gelli e la fabbrica di sua proprietà (la Giole di Castiglion Fibocchi, Arezzo), che portò alla scoperta di una lunga lista di alti ufficiali delle forze armate e di funzionari pubblici aderenti alla P2. La scoperta di un potere parallelo, di un altro Stato che controllasse ogni intrigo di potere, fu un terremoto politico, che travolse un pezzo della classe dirigente italiana. Tra le 962 persone inserite nell'elenco vi erano i nomi di 44 parlamentari, 2 ministri dell'allora governo (Enrico Manca, Psi e Franco Foschi, Dc), un segretario di partito, 12 generali dei carabinieri, 5 generali della guardia di finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, i direttori e molti funzionari dei vari servizi segreti, diversi giornalisti ed imprenditori. Tra i nomi più noti, oltre a Vittorio Emanuele di Savoia, anche il futuro premier Silvio Berlusconi. Nel 2008, in un'intervista a Klaus Davi per Klauscondicio, l'ex venerabile dichiarò: "Con la P2 avevamo l'Italia in mano. Con noi c'era l'esercito, la guardia di finanza, la Polizia, tutte nettamente comandate da appartenenti alla Loggia".

Il presidente del Consiglio Arnaldo Forlani attese il 21 maggio 1981, prima di rendere pubblica la lista degli appartenenti alla P2. Fu istituita, per volontà della presidente della Camera Nilde Iotti, una commissione parlamentare d'inchiesta, guidata dalla deputata democristiana Tina Anselmi, ex partigiana e prima donna a diventare ministro. La commissione affrontò un lungo lavoro di analisi venendo a scoprire come la P2 fu anche un punto di riferimento in Italia per ambienti dei servizi segreti americani, intenzionati a tenere sotto controllo la vita politica italiana fino al punto, se necessario, di promuovere riforme costituzionali apposite o di organizzare un colpo di Stato. La commissione denunciò la loggia come una vera e propria 'organizzazione criminalè ed 'eversivà.

Fu sciolta con un'apposita legge, la numero 17 del 25 gennaio 1982.

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