L'Idf nel 53% della Striscia. Per i rapiti morti 10 giorni

"Corpi difficili da trovare". Nell'intesa anche 400 camion di aiuti al giorno

L'Idf nel 53% della Striscia. Per i rapiti morti 10 giorni
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Libertà non solo per i 48 ostaggi ancora a Gaza, ma anche per 1.950 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, tra cui circa 250 ergastolani. Lo prevede l'intesa siglata dai negoziatori di Israele e Hamas, sui cui nomi si è trattato fino alla fine e il cui elenco sarà diffuso dopo il voto del Gabinetto di sicurezza israeliano e quello del governo, che dovrebbero avvenire senza intoppi di numeri, nonostante la contrarietà dei ministri dell'ultradestra religiosa Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Tra gli scarcerati con molta probabilità non ci sarà Marwan Barghouti, l'ex leader di Fatah considerato un simbolo della resistenza palestinese. L'intesa prevede inoltre la restiruzione dei corpi di 360 miliziani di Hamas, tra cui non dovrebbero esserci i due leader, i fratelli Sinwar, Yahya e Mohammed.

I RAPITI MORTI

I dettagli dell'accordo non sono privi di complessità e tecnicalità, che andranno affrontate nelle prossime settimane. Dopo la restituzione dei 20 ostaggi vivi entro 72 ore dalla ratifica dell'intesa, sarà la volta della restituzione dei defunti. Un processo che, a causa della macerie in cui è ridotta Gaza, richiederà 10 giorni almeno. Le parti hanno concluso che, se Hamas non riuscirà da sola nell'operazione di recupero, a quel punto sarà una task force composta da Israele, Stati Uniti, Qatar ed Egitto a intervenire per localizzarli, con l'aiuto dell'intelligence.

IL RITIRO

La questione che più preme a Hamas è invece il ritiro dell'esercito israeliano, che il gruppo palestinese spera diventi definitivo. Al momento si tratterà di un ritiro graduale. Secondo le mappe disegnate dal piano Trump, le Idf dovrebbero indietreggiare gradualmente dietro la "linea gialla" (da 1,5 km a oltre 5 km dentro il confine della Striscia a seconda della profondità delle zone di Gaza). Previsto il ritiro da Gaza City e dalle altre città, fatta eccezione per Rafah che Israele ritiene punto di ingresso di armi per Hamas.

IL CORRIDOIO UMANITARIO

Previsto l'ingresso di almeno 400 camion di aiuti al giorno nella fase iniziale. La propettiva è che aumentino nelle fasi successive.

I NODI DEI PROSSIMI NEGOZIATI

I colloqui per la seconda fase dell'accordo dovranno sciogliere diversi punti cruciali. Oltre a un ulteriore ritiro dell'Idf dietro la "linea rossa" (più esterna di quella gialla) c'è l'istituzione di una "zona cuscinetto" lungo il confine tra la Striscia e Israele.

Il piano Trump, presentato in venti punti, prevede poi nella seconda fase anche la creazione di un'amministrazione provvisoria internazionale a guida Usa, con la partecipazione di Paesi arabi e dell'ex premier Gb Tony Blair. È prevista inoltre l'istituzione di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf), con partner arabi e internazionali, da dispiegare "immediatamente" a Gaza.

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