
Fin dal suo annuncio il piano dello Stato ebraico per la conquista di Gaza City è stato duramente criticato sia all'interno che all'esterno di Israele. Leader internazionali hanno affermato che prolungherà la guerra e le sofferenze dei civili palestinesi. La sinistra israeliana ha spiegato che probabilmente metterà in pericolo gli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Mentre secondo la destra dello Stato ebraico non riuscirà a sconfiggere il movimento islamico. C'è poca chiarezza su cosa comporterà esattamente questa operazione. Netanyahu ha rilasciato vaghe dichiarazioni, l'esercito israeliano deve ancora completare il piano di battaglia. Non c'è stata alcuna conferma sulla durata dell'occupazione della città, né su quando inizierà, né su come differirà dai primi mesi della guerra nel 2023. Anche se secondo alcuni rumors l'invasione potrebbe essere imminente. Oppure ancora una volta essere un'arma per esercitare pressione sui militanti e indurli ad accettare un accordo. Alcuni funzionari israeliani hanno affermato che, annunciando una grave escalation del conflitto e ritardandone l'attuazione, Netanyahu vorrebbe semplicemente cercare di spingere su Hamas affinché faccia maggiori concessioni nei negoziati. Durante il fine settimana, infatti, Netanyahu ha ribadito che Israele non aveva "altra scelta" se non quella di procedere, perché Hamas non si era ancora arreso. Nahum Barnea, uno dei più noti editorialisti israeliani, in un'analisi su Yediot Ahronot, un quotidiano centrista ha fatto notare: "Non capisco cosa significhi prendere il controllo in ambito militare. Non sono sicuro che lo capisca nemmeno qualcuno nell'esercito". Per diversi osservatori, la guerra non ha mai avuto chiari obiettivi politici. Non c'è mai stata una visione della Gaza del dopoguerra.
Secondo l'emittente israeliana Kan, il piano del governo dello Stato ebraico porterà alla mobilitazione di un massimo di 430mila riservisti. Le forze armate di Tel Aviv hanno pure avviato un'esercitazione denominata "Alba Nascente" per verificare la preparazione del Quartier Generale e dei principali comandi militari e la loro "capacità di gestire un evento improvviso, esteso, complesso e multiarena". Il capo di Stato maggiore Eyal Zamir ha però precisato: "Siamo alle soglie di una nuova fase dei combattimenti". Nel frattempo una delegazione di Hamas dovrebbe arrivare al Cairo per riprendere i negoziati.
La comunità internazionale continua a farsi sentire. Macron ha ribadito la sua proposta di una "missione di stabilizzazione sotto il mandato dell'Onu" per garantire la sicurezza della Striscia. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha chiarito: "Continueremo senza dubbio a sostenere Israele. Ma abbiamo un disaccordo riguardo le sue azioni a Gaza. Non possiamo fornire armi in un conflitto che ora si sta cercando di risolvere esclusivamente con mezzi militari". L'Italia pure gioca la sua parte. Giorgia Meloni ha sentito al telefono il presidente palestinese Mahmoud Abbas. La premier ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia, ha chiesto la cessazione delle ostilità, che Hamas rilasci tutti gli ostaggi e accetti che non potrà avere un futuro nel governo di Gaza. Intanto altri 34 bambini bisognosi di cure dall'enclave arriveranno nel nostro Paese, oltre 100 tonnellate di aiuti saranno lanciati sulla Striscia e saranno recapitate 350 tonnellate di farina.
Ma crescono i dubbi sulla realizzazione del disegno militare per occupare Gaza. Hallel Biton Rosen scrive sul sito di Channel 14 che forse il piano è solo un modo per "continuare a fare la stessa cosa" che si sta portando avanti da circa due anni.