La Liguria non deve avere paura di un libro

L'egemonia culturale della sinistra, che nel ventennio (anti)berlusconiano ha conosciuto una recrudescenza particolarmente grottesca, è qualcosa di insopportabile. Ma il suo contrario ideologico, se possibile, è peggio

La Liguria non deve avere paura di un libro

L'egemonia culturale della sinistra, che nel ventennio (anti)berlusconiano ha conosciuto una recrudescenza particolarmente grottesca, è qualcosa di insopportabile. Ma il suo contrario ideologico, se possibile, è peggio.

Il «Festival della Mente» di Sarzana, ridente kermesse intellettuale che da 14 anni si svolge nella splendida cornice progressista del borgo ligure, aveva invitato il prossimo 2 settembre, con tanto di lettera ufficiale del sindaco dem Alessio Cavarra, il segretario del Pd Matteo Renzi per presentare il suo libro Avanti. Perché l'Italia non si ferma (Feltrinelli). Scelta di parte che il governatore della Liguria di centrodestra Giovanni Toti e il suo assessore Giacomo Giampedrone non hanno gradito. Il secondo, che ha aperto al polemica, ha scritto su Facebook: «Se esistesse invocherei l'intervento di una soprintendenza dell'intelletto per danneggiamento culturale irreversibile a carico del cittadino». Il primo, che l'ha alimentata, ha dichiarato: «Se Renzi vuole presentare il suo libro a Sarzana, visto che si vota l'anno prossimo, liberissimo di farlo e anche benvenuto. Ma non a spese del contribuente ligure (il festival ha finanziamenti regionali, ndr). E non in una manifestazione pubblica che è di tutti, non più solo dei dirigenti del Pd». Entrambi hanno paventato il ritiro del patrocinio e del logo della Regione, prima che nel tardo pomeriggio di ieri lo staff di Renzi facesse sapere che l'ex premier, per smorzare il caso, non avrebbe partecipato all'evento. Certo, Toti in serata ha poi chiarito: non intendeva minacciare alcuna censura, anzi è pronto a invitare Renzi a sue spese in futuro, solo ha voluto sottolineare l'inopportunità di una presenza dell'ex premier, in una rassegna che si occupa di tutt'altro, come unico politico ammesso.

Ma il punto rimane. Si può avere paura di un libro? Risposta: No, mai. Nemmeno quando l'okkupazione dei programmi dei festival e dei Saloni del Libro è a senso unico. Nemmeno quando non si capisce quale sia il rapporto tra la presentazione di un libro politico e un «festival culturale dedicato alla creatività». Nemmeno quando è smaccato l'intento propagandistico ed elettorale dell'operazione. Nemmeno quando - come fa Toti - si può rinfacciare la doppia morale di una Sinistra che ieri ha attaccato ferocemente lo spettacolo itinerante di Paolo Del Debbio, promosso dalla Regione Liguria, ma oggi accetta dalla stessa istituzione l'appoggio alla presentazione del libro di Renzi.

Vedere la solita compagnia di giro progressista monopolizzare festival, redazioni dei giornali, presentazioni, è la conseguenza di una patologia intellettuale italiana che ha una lunga storia clinica alle spalle. Non la si cura, si sopporta. Intervenire inoculando un principio opposto, uguale e contrario, non guarisce il paziente, aggrava solo l'infezione.

È sbagliato minacciare di togliere il patrocinio perché non si condivide il contenuto del libro o non ci piace l'autore. I libri - tutti, anche quelli inutili, brutti o faziosi - li si può criticare. Non li si censura. Discussione sempre, divieti mai.

Che un ente pubblico promuova (coprendone le spese) la presentazione del libro di un leader politico è qualcosa di stucchevole. Oltre che una pessima abitudine di certa sinistra. Minacciare ritorsioni, illiberale. Cosa che non dovrebbe appartenere a una certa Destra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica