Cronache

È di Lilly il cadavere ritrovato nel boschetto. "Morta per soffocamento, suicidio non escluso"

La 63enne era scomparsa il 14 dicembre. Il marito ha riconosciuto il corpo

È di Lilly il cadavere ritrovato nel boschetto. "Morta per soffocamento, suicidio non escluso"

È di Liliana Resinovich il corpo senza vita ritrovato qualche giorno fa nel parco dell'ex Ospedale psichiatrico di Trieste, a un chilometro da dove la donna, scomparsa il 14 dicembre, viveva con il marito.

Sul caso il procuratore capo Antonio De Nicolo ha aperto un fascicolo, finora a carico di ignoti, e il capo d'imputazione resta sequestro di persona. Ieri il cadavere della pensionata di 64 anni è stato identificato dal fratello, dalla cugina di lei e successivamente dal marito.

L'autopsia sul corpo della vittima, eseguita nel pomeriggio dal medico legale Fulvio Costantinides non ha svelato però, al contrario di quanto si sperava, le cause del decesso. Secondo l'esperto non sono stati rilevati «traumi da mano altrui» atti a giustificarne la morte. Infatti il referto autoptico attribuisce la causa a «scompenso cardiaco acuto» e precisa che altri accertamenti sono in corso». Servirà quindi altro tempo e ulteriori esami.

Il procuratore De Nicolo ha anche precisato che per conoscere con attendibilità l'effettiva causa della fine di Liliana sarà necessario attendere gli esiti degli esami tossicologici, che però non saranno disponibili prima di trenta giorni.

Un punto fermo, importante, è stato comunque messo: gli accertamenti hanno escluso una morte violenta provocata da altri. Si sta facendo largo quindi tra gli investigatori l'ipotesi che la donna possa essersi uccisa. Il messaggio che arriva dalla Procura, del resto, è molto chiaro: «Non ci sono motivi per ritenere che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del decesso avvenuto per mano propria».

Intanto, proseguono a tutto campo le indagini della squadra mobile di Trieste e della scientifica sugli oggetti trovati addosso al corpo. Quel cadavere il 5 gennaio scorso, nel boschetto poco distante dall'abitazione che Liliana divideva con il marito Sebastiano Visintin, fu trovato infatti con due sacchetti di plastica trasparente in testa, chiuso in due sacchi di quelli di uso condominiale. Ora il magistrato titolare del procedimento, Maddalena Chergia, potrà emetterà il nulla osta per seppellire la salma.

Ieri al marito non hanno mostrato il cadavere ma le foto di lei. «È un momento troppo forte, l'ho trovata senza espressione - ha detto -. Sono rimasto a parlare con la polizia, mi hanno chiesto che farmaci usava. Ma non ne prendeva, solo io per il cuore. Poi siamo venuti qui a casa con le chiavi per vedere se quelle trovate erano quelle di Lilly, poi siamo andati via. «Avrei voluto farle una carezza, ma avevo solo le foto - ha concluso -. Ho riconosciuto Lilly, il suo orologio rosa che le avevo regalato, anche il suo giubbotto. Devo capire cosa è successo, se qualcuno ha fatto qualcosa o se lei ha ritenuto opportuno andarsene. Cosa farò io adesso non lo so.

Non ho pace, il mio corpo si ribella, trema, non mi lascia riposare ma devo dire basta, lei non c'è più».

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