L'indulgenza plenaria concessa dalla Loggia

Il precedente all'Urbi et Orbi di Bergoglio e la profezia della Madonna di Pompei

L'indulgenza plenaria concessa dalla Loggia
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Le prime parole di Leone XIV sono piene di simboli e contenuto. L'Ave Maria, l'affidarsi alla Madre, e la concessione dell'indulgenza plenaria sono segnali di profonda vicinanza ai fedeli. Vicinanza che è emersa nella sostanza delle sue parole più che nei toni, decisamente fermi.

L'indulgenza, estesa alle persone presenti in piazza San Pietro e a chi ha seguito la diretta tv, viene impartita a chi si è confessato negli otto giorni precedenti e non cancella il peccato ma la pena, cioè le conseguenze «terrene» del peccato, lasciando il fedele in un «stato di grazia» dopo la riconciliazione.

Se n'era già parlato in occasione della benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco, che l'aveva concessa il giorno prima della sua morte, a Pasqua. La pena temporale - così viene definita la conseguenza del peccato, anche dopo il perdono della confessione - è stato un argomento molto trattato dalla Chiesa cattolica. Papa Giovanni Paolo II l'aveva definita come «zona d'ombra, dovuta alle ferite del peccato, all'imperfezione dell'amore nel pentimento, all'indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato», mentre Papa Paolo VI, riformatore, aveva spiegato come il fine dell'indulgenza fosse spingere i fedeli «a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità».

Concedere l'indulgenza è anche un modo per dire che ci sarà continuità con quanto fatto da Francesco, che il pontificato comincerà dal punto in cui Bergoglio ha lasciato.

Altro aspetto molto umano del primo saluto di Leone XIV è l'invocazione alla Madonna di Pompei nel giorno a lei dedicato. «Nostra madre Maria vuole sempre stare con noi» afferma commosso l'arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, ricordando che proprio ieri mattina «abbiamo celebrato la festa della Madonna di Pompei elevandole la tradizionale Supplica. Sembra davvero un mirabile disegno provvidenziale che, i cardinali abbiano donato alla Chiesa il nuovo Pastore a cui, sin d'ora, assicuriamo la nostra fedeltà». L'arcivescovo sottolinea inoltre che durante la Santa Messa della mattina il cardinale Giovanni Battista Re aveva esortato i devoti della Vergine Santa a pregare perché la Madonna intervenisse «presso lo Spirito Santo». «Soffi forte perché sia eletto il Papa» aveva detto.

Il cardinale aveva chiesto l'intercessione della Madonna perché il Conclave eleggesse un Papa che rafforzasse la fede «in un mondo caratterizzato da un grande progresso tecnico, ma che tende a dimenticare Dio. Di certo non ci negherà la sua protezione la Madonna». E la notizia dell'elezione è stata il compimento di queste parole che ora risuonano, in qualche modo, profetiche.

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