Parlando con i suoi più stretti collaboratori Berlusconi avrebbe finalmente accettato quello che fino a oggi era per lui una extrema ratio: il voto. «Se non ce la fanno a trovare un governo capace di gestire questa situazione», avrebbe confidato ai suoi, «allora a maggio si può votare». Ultima finestra temporale utile prima che inizi, appunto, il semestre bianco. Da mesi le altre gambe della coalizione (Lega e Fratelli d'Italia) spingono per il voto. L'ottimismo generato dai sondaggi, sempre positivi nei confronti della coalizione di centrodestra data costantemente sopra il 47%, è stato fin qui stemperato dalla constatazione che nel nuovo parlamento (alleggerito di un terzo di deputati e senatori) potrebbe entrare un numero ristretto di azzurri, penalizzati anche dagli stessi sondaggi che li danno intorno all'8%.
Da giorni Matteo Salvini ripete che il centrodestra è pronto a governare e gli fanno eco anche rappresentanti di Fratelli d'Italia ricordando che il presidente Mattarella non vuole maggioranze soltanto «numeriche». «Mi rifiuto di pensare che gli italiani, e lo stesso presidente Mattarella, possano subire il governo Conte-Grillo- Tabacci-Mastella e Scilipoti - commenta il leader del Carroccio -. Riteniamo che sia impensabile andare avanti con questa situazione. Gli italiani non stanno capendo nulla giustamente». La stessa Meloni è da sempre ferma su un punto: ridiamo la parola agli elettori visto che fermare questa possibilità per via del Covid è una scusa (in tutto il mondo la pandemia finora non ha frenato il ricorso alle urne laddove necessario).
Nel nuovo vertice di ieri mattina si sono ritrovati gli stessi protagonisti dei giorni scorsi: accanto a Meloni, Tajani e Salvini c'erano anche Lorenzo Cesa (Udc), Giovanni Toti (Cambiamo), Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) e Gaetano Quagliariello (Idea).
Nessuna stampella e nessun aiuto a questa maggioranza e a questo governo, hanno convenuto. E si è anche parlato del voto sul prossimo scostamento di bilancio. Il centrodestra anche in questo caso voterebbe compatto se vengono rispettate le promesse avanzate proprio da Palazzo Chigi di utilizzare le risorse per aiutare gli autonomi, i meno garantiti, i commercianti, i professionisti, e il comparto dello sci e del turismo, particolarmente penalizzati da questa nuovo giro di vite dovuto alle misure di contenimento della diffusione del virus. «L'Italia ha bisogno di un governo capace di affrontare le difficili sfide che il Paese si trova davanti - recita il comunicato diffuso al termine del vertice - , non di un esecutivo zoppicante che si regge su una maggioranza raccogliticcia». «Per seguire gli sviluppi della crisi del governo di Giuseppe Conte - prosegue la nota - e concordare una strategia comune in vista di una possibile riedizione peggiorativa, i leader dei partiti della coalizione si consulteranno ogni giorno fino alla sua soluzione». Il nuovo appuntamento è infatti per oggi a Milano.
Le fughe di potenziali «costruttori» al momento non sono contemplate. Forza Italia e le piccole sigle di Cambiamo!, Noi con l'Italia, Idea e Udc escludono uscite («comunque trascurabili numericamente). Sul partito di Cesa, però, pesa la proposta lanciata dalla Binetti, fortemente tentata di accettare l'invito a puntellare l'esecutivo. La Binetti avrebbe suggerito un passaggio compatto del gruppo.
Insomma non una fuga del singolo ma il passaggio politico del partito sotto la nuova ala protettiva di Conte. Desideroso quest'ultimo di costituire presto un suo soggetto politico di ispirazione centrista dove raccogliere i transfughi della maggioranza giallorossa e dei moderati del centrodestra.
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