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La linea dura dell'esecutivo: "Lo Stato non scende a patti"

Rafforzata la sicurezza in tutte le ambasciate italiane. Martedì il question time del Guardasigilli Nordio

La linea dura dell'esecutivo: "Lo Stato non scende a patti"

Le istituzioni politiche reagiscono a quanto messo in atto dagli anarchici in questi giorni. Palazzo Chigi è fermo: «Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni», viene premesso. Poi la specificazione sull'impossibilità di un compromesso: «Tanto meno se l'obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia».

Anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha preso una posizione netta, soffermandosi pure su quanto accaduto due giorni fa nella capitale: «Non si può manifestare certamente con la violenza come é accaduto ieri sera a Roma», ha fatto presente il coordinatore nazionale di Forza Italia, intervenendo a Mezz'ora in più. Ma l'inquilino della Farnesina, interpellato sul punto, ha specificato di non ritenere che lo scenario contro cui si stanno scagliando gli anarchici possa riguardare le scelte geopolitiche del governo di centrodestra o l'esecutivo stesso: «Non credo da questo punto di vista - ha continuato Tajani - gli anarchici stanno facendo una battaglia di altro tipo a tutela di uno dei loro massimi esponenti».

Il ministro degli Esteri ha anche elencato una serie di misure prese: «Abbiamo subito tre attacchi a sedi diplomatiche italiane - Atene, Berlino e Barcellona - siamo preoccupati, ma abbiamo reagito fin dall'inizio: i carabinieri stanno rafforzando la loro presenza all'interno di tutte le nostre ambasciate nel mondo», ha premesso. E ancora: «In tutti i Paesi ritenuti più a rischio abbiamo chiesto alla polizia locale di garantire maggiori controlli». Dopo aver assicurato il «massimo controllo della situazione», l'azzurro ha anche ragionato di scenari futuri: «Non sappiamo cosa potranno fare - ha chiosato - a volte sono state solo scritte su un muro, altre volte veri e propri attentati ma dobbiamo garantire la sicurezza del personale che lavora dentro ogni ambasciata e consolato d'Italia». In conclusione, per Tajani è necessario non «drammatizzare», ma al contempo è essenziale non «abbassare la guardia».

Il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida ha usato toni decisi per commentare quanto accaduto in capitale: «Ferma condanna e solidarietà alle forze dell'ordine di Roma, oggetto in queste ore di vili aggressioni e attacchi inaccettabili. Da parte del governo c'è la massima fermezza a respingere ogni tentativo di intimidazione e violenza, e attenzione a non sottovalutare alcun episodio violento».

Il question time del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso Cospito è in programma domani, mentre il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, esponente di Fdi, ha fotografato la posizione del governo: «Lo Stato non si piega e non arretra sul 41 bis. Ogni violento attacco conferma la necessità di risposte eccezionali - ha osservato - alla strategia della violenza messa in campo e alla sfida allo Stato dei terroristi». Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, ha commentato la linea dell'esecutivo: «Singolare la posizione governativa, l'esecutivo sembra fermo a marzo del 1978, qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per sottoporre e mantenere Alfredo Cospito al 41 bis».

Il tema, per l'avvocato, è l'interpretazione «estensiva» della norma per questo specifico caso.

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