Coronavirus

La linea dura per il Pass: servirà dal tabaccaio (ma non negli alimentari)

Intesa nel governo: da febbraio niente certificato per farmacie, ottici e prodotti per animali

La linea dura per il Pass: servirà dal tabaccaio (ma non negli alimentari)

Il governo trova l'intesa sulle attività «green pass free». Il Dpcm, allegato al decreto varato il 5 gennaio scorso, che introduce l'obbligo di vaccinazione per gli over 50 e il pass (base rafforzato) per accedere ai luoghi pubblici, è pronto: tra oggi e domani la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi. Dopo un lungo confronto politico prevale la linea dura: l'ambito dei servizi essenziali esonerati dall'obbligo green pass viene ridotto al minino.

Contrariamente alla richiesta arrivata dal ministro leghista allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che spingeva per una linea più flessibile ed estensiva.

La svolta arriva al termine del tavolo tecnico che si è tenuto a Palazzo Chigi: oltre ad alimentari, sanitari, farmacie, ci sarebbero tra i negozi green pass free anche quelli di ottica o per l'acquisto di pellet o legna per il riscaldamento, così come i carburanti. Dovrebbero rientrare anche i rivenditori di elettrodomestici e autoricambi. Ma su quest'ultimo punto la discussione è ancora aperta. Ancora in corso di valutazione edicole e tabaccai: si starebbe ipotizzando l'ok solo all'aperto, nei chioschi o ai distributori automatici nel caso delle sigarette. Via libera anche per i mercati rionali dove non sarà necessario il pass vaccinale.

Il principio alla base del provvedimento sarebbe quello di esentare le attività la cui vendita di prodotti è possibile all'esterno. Resta il no per i negozi di giocattoli, fiorai, cartolerie, vivai, fotografi, librerie, esercizi dove si vendono articoli sportivi.

Altro punto: non servirà il green pass per avere accesso ai presidi di pubblica sicurezza (carabinieri, polizia, finanza) e ospedali. Ad allungare i tempi per la firma del Dpcm il confronto tra i ministeri competenti, Salute, Giustizia, Pubblica amministrazione e Sviluppo economico. Lo scontro sulla lista degli «esonerati» del green pass base. Se i primi tre dicasteri condividevano infatti la proposta di esentare dal green pass base - dunque in tasca non solo a vaccinati o guariti ma anche a chi esibisce l'esito di un tampone negativo- attività legate a esigenze alimentari (pizzicagnoli e supermercati) sanitarie (farmacie e parafarmacie) e di giustizia (le caserme dove poter sporgere denuncia se si è vittime di un reato) che abbiano il criterio dell'urgenza e dell'indifferibilità, il Mise era intenzionato ad allargare le maglie, includendo nel pacchetto, ad esempio, edicole e tabaccai, nonché i negozi più in generale. Passa la linea dura anche per dare una spinta alle vaccinazioni. L'ultimo decreto Covid, approvato dall'esecutivo il 5 gennaio 2022, stabilisce che serve il certificato base per entrare nelle attività commerciali, con l'esclusione di «quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali», rimandando la decisione a un nuovo provvedimento. E sulla lista delle esigenze essenziali che si è sviluppato fino a ieri sera il confronto in queste settimane. Il provvedimento va adottato entro il 23 gennaio.

Archiviata la pratica sulle attività essenziali, il governo dovrà affrontare il dossier più delicato: le richieste da parte delle Regioni di sforbiciare procedure e protocolli. Varie le proposte sul tavolo: il tampone fai da te, la non sospensione del green pass per i vaccinati asintomatici e la rimodulazione del sistema dei colori delle Regioni. Il ministro della Salute Roberto Speranza è cauto.

Ma i governatori non mollano.

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