«Ho ucciso per vendetta nei confronti dell'ospedale che mi aveva trasferito nel reparto di Chirurgia».
Vincenzo Villani Conti, l'infermiere 50enne del Cannizzaro di Catania, si sentiva frustrato da quello spostamento che percepiva come una regressione professionale. Così ha scelto due pazienti a caso e li ha uccisi. È agghiacciante il racconto di questo ennesimo «angelo della morte», arrestato due giorni fa dalla squadra mobile della città siciliana, diretta da Antonio Sfameni. L'uomo, conosciuto in ospedale per essere sempre gentile, disponibile e sorridente, è ora accusato di aver causato il decesso di due donne, una di 80 anni e una di 65 tra il 2020 e il 2021. Conti ha somministrato a entrambe diazepam e midazolam contemporaneamente, determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull'apparato respiratorio che sarebbe risultato fatale. Queste due sostanze, infatti, non erano state prescritte alle pazienti dai medici e non comparivano tra quelli segnati nelle loro cartelle cliniche.
L'inchiesta è partita dall'allarme lanciato da due psicologi presso i quali l'infermiere era in cura, che hanno segnalato i loro sospetti sulle sue intenzioni. Dopo la segnalazione, è stato messo sotto controllo il telefono di Conti, che è stato intercettato per mesi. Poi è stata decisa la riesumazione dei corpi delle due donne, che erano state entrambe trovate senza vita alla fine del turno di notte dell'infermiere. Ed è arrivata l'agghiacciante verità: uccise dall'uomo, che si sarebbe procurato il diazepam e il midazolam in ospedale. Le due donne non avevano patologie gravi, ma quei medicinali erano controindicati al punto di non lasciar loro scampo.
L'Azienda Ospedaliera Cannizzaro, che ha collaborato da subito con la Procura trasmettendo la documentazione sanitaria, le cartelle cliniche e quanto richiesto, ha sospeso il 50enne dal servizio e ha avviato il procedimento disciplinare previsto dalla normativa. «Restiamo a disposizione dell'autorità giudiziaria per ogni altra informazione utile all'accertamento dei fatti - si legge in una nota della struttura sanitaria -. Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo complesso, l'Azienda rinnova la sua riconoscenza per l'operato quotidianamente svolto nell'assistenza al malato».
La Regione, invece, da parte sua ha disposto un'ispezione proprio dentro al Cannizzaro, per capire se l'operato dell'infermiere killer poteva essere evitato. «Ho chiesto al direttore generale una relazione - ha detto l'assessore alla Salute Ruggero Razza -. Con l'ispezione che ho disposto voglio comprendere il motivo per cui questo infermiere era stato trasferito da due reparti. La magistratura farà il suo corso, ma l'attività ispettiva dell'amministrazione è capire se questi trasferimenti dovevano fare scattare un alert e se a seguito di questi essere assunti provvedimenti».
Conti è rinchiuso nella casa circondariale di Catania e nei prossimi giorni verrà fissato il suo interrogatorio di garanzia in carcere.
Ma l'inchiesta prosegue. Gli investigatori stanno scavando per capire se possano esserci altre morti sospette riconducibili all'infermiere, che solo poco tempo fa era stato nominato Cavaliere ufficiale dell'Ordine al Merito di Savoia.
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