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L'inflazione rallenta. Ma è al top dal 1985 e si divora i risparmi

A dicembre il dato cala all'11,6% (-0,2 punti). Per le famiglie vita più cara di 3mila euro

L'inflazione rallenta. Ma è al top dal 1985 e si divora i risparmi

L'inflazione allenta di pochissimo la sua morsa sull'economia italiana. Il dato, diffuso ieri dall'Istat, vede l'indice dei prezzi al consumo a dicembre aumentare dello 0,3% su base mensile e dell'11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente). Si tratta di numeri in linea con le previsioni, ma in ogni caso elevatissimi soprattutto se confrontati a quelli di Francia e Germania dove i prezzi hanno rallentato molto di più (rispettivamente a 5,9% e 8,6% a dicembre) battendo in positivo le aspettative degli analisti. Insomma, se da una parte si può considerare una prima, timida, buona notizia il fatto che l'indice abbia smesso di gonfiarsi, dall'altra questi livelli di caro-prezzi sono destinati a pesare come un macigno sulle tasche delle famiglie italiane.

Alla luce delle ultime rilevazioni, il dato medio dell'inflazione 2022 nel nostro Paese è arrivato all'8,1%, al top da l985. Era stato dell'1,9% nel 2021. Spaventoso anche il dato sull'inflazione acquisita, ovvero quella che si misurerebbe a fine 2023 se i prezzi rimanessero stabili: +5,1%, l'anno scorso questo dato era all'1,8 per cento. «Già oggi l'Istat ha attestato che nel terzo trimestre 2022 il potere d'acquisto, pur tenendo ancora rispetto al secondo trimestre, è sceso dell'1,2% rispetto a un anno prima. Un primo campanello d'allarme, per una situazione destinata a peggiorare», avverte Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. Complessivamente, per l'Unc una coppia con due figli ha avuto «un aumento del costo della vita rispetto al 2021 pari a 2766 euro su base annua». Il conto è ancor più salato per il Codacons, che stima i rincari annui per una famiglia con due figli a 3.069 euro.

I prezzi per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, rileva sempre l'Istat, hanno rallentato in modo frazionale a +12,6% su base annua (da +12,7% di novembre). In rallentamento, ma sempre a livello elevato, sono i rincari per i prodotti che si acquistano con alta frequenza (da +8,8% di novembre a +8,5%). La Coldiretti stima che l'impennata del carovita pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande lo scorso anno a causa dell'effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall'estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l'intera filiera, dai campi alle tavole. Per il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, è un segnale «incoraggiante» il rallentamento da due decimi di punto percentuale dell'inflazione, chiede tuttavia al governo di agire per «bloccare gli aumenti delle tariffe, abbassare le tasse e rinnovare i contratti». Sul fronte dei redditi, l'Istat stima che le famiglie riescano a risparmiare il 7,1% di quello che guadagnano «a livelli inferiori rispetto al pre-Covid». A «minare» il risparmio contribuisce anche il peso del fisco che - ricorda sempre l'Istat - aumenta la sua pressione portandola, sempre nel terzo trimestre del 2022, al 42,7%, in aumento di 1,9 punti percentuali.

Difficile ipotizzare, visti i dati, che la Banca centrale europea possa avviare da subito un rallentamento nella stretta sui tassi. Qualche spiraglio di luce, tuttavia, arriva dal gas a prezzi più miti (ieri sotto i 70 euro al megawattora). Un ribasso che dovrebbe farsi sentire nei prossimi mesi.

I prezzi dei beni energetici pesano molto sul carovita europeo e, pur mantenendosi in crescita annua sostenuta, sono passati dal +67,6% di novembre al +64,7% di dicembre.

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