Cronache

"Ma l'influenza potrebbe frenare il piano d'attacco contro il Covid"

Il virologo: "Il picco arriverà a gennaio quando comincerà la vaccinazione al coronavirus. E sarà più forte del solito"

"Ma l'influenza potrebbe frenare il piano d'attacco contro il Covid"

La campagna vaccinale anticovid prevista da gennaio dell'anno prossimo potrebbe subire una battuta d'arresto per l'influenza, la spiacevole malattia di stagione che piazza a letto almeno una settimana milioni di italiani ogni anno e miete non poche vittime tra le persone fragili. Quest'anno, prevede il virologo Fabrizio Pregliasco, il picco arriverà a gennaio e proseguirà fino a febbraio, proprio quando sarà operativo il piano anticovid, che potrebbe inciampare proprio al suo esordio.

Professore, ma l'influenza non si è ancora vista?

«Praticamente no. Per ora sono stati rilevati solo casi sporadici, ma siamo ancora sotto la soglia basale, nel dato pre-stagionale. L'ultimo bollettino del 25 novembre scorso rileva livelli ancora molto bassi, anche nell'emisfero nord e negli Usa».

Quando ci si aspetta che arrivi l'ondata dei contagi?

«L'anno scorso era cominciata nella 51° settimana, a ridosso di Natale, e a fine stagione si sono contati otto milioni di casi, 800 morti dirette a cui vanno poi aggiunti le morti indirette dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari che si stimano tra i 4 e i 10 mila casi. Ma quest'anno grazie alle misure di protezione, cioè distanziamento, mascherine e anche smart working è probabile che l'ondata dei contagi slitti a quando ci sarà un periodo di freddo intenso e prolungato».

Sarà un'influenza più cattiva dell'anno scorso?

«Ci sono variazioni del virus nuovi e si prospetta una stagione vivace, cioè intensa e con tanti casi. Però si spera che succeda come in Australia in cui si è registrata una stagione di contagi limitati grazie alle misure di protezione».

Una stima sul picco?

«È prevedibile che sia a gennaio e prosegua a febbraio».

In concomitanza con l'inizio della vaccinazione per il Covid?

«Esatto. Ma la nuova campagna vaccinale avrà una tempistica lunga, comprenderà almeno la metà dell'anno prossimo».

I primi ad avere diritto alle dosi anti Covid saranno gli operatori sanitari, che notoriamente sono refrattari al vaccino contro l'influenza.

«Mediamente, negli anni scorsi, l'adesione in effetti era bassa, si aggirava intorno al 15%. Ma quest'anno sembra che vada meglio. Le stime ci fanno sperare che circa il 40% dei medici e infermieri si faranno l'antinfluenzale, restano però sempre scoperti sei su dieci».

E se i non vaccinati per l'influenza si ammalano, possono fare il vaccino anti Covid?

«Assolutamente no. Devono spostare la vaccinazione. E verosimilmente la campagna contro il virus potrebbe subire qualche ritardo».

Anche molte persone fragili, seconda categoria in elenco nel piano Covid, non hanno fatto l'antinfluenzale.

«Purtroppo quest'anno ci sono stati molti problemi, legati all'eccesso di domanda rispetto all'offerta. Ma è bene precisare che contro l'influenza ci si può vaccinare anche a dicembre perché la copertura scatta dopo dieci giorni e garantisce una protezione di circa sei mesi».

Lei si è vaccinato contro l'influenza?

«Certamente. Così non dovrò far slittare la vaccinazione contro il Covid».

Perché vuole farsi riprendere dalle telecamere?

«Voglio farla in pubblico perché bisogna dare il buon esempio, sono un fautore della vaccinazione e credo nella capacità degli organismi di controllo. È bene dare un segnale chiaro e univoco agli italiani».

Negli Usa faranno da testimonial Bush, Clinton e Obama che si faranno vaccinare in diretta. Chi vedrebbe qui da noi?

«Il presidente

html">Sergio Mattarella, perché è l'esempio di una persona coerente e autorevole».

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