Roma - «Negro di merda» e giù botte. L'hanno rincorso sul lungomare di Ostia in 12, l'hanno accerchiato e picchiato lasciandolo, sanguinante, a terra. Venti giorni di prognosi per ferite e contusioni ovunque: alla testa, alla mandibola, a un labbro, al bacino. «Calci e pugni fino a quando non sono risaliti in auto» racconta alla mamma prima, ai carabinieri dopo Marco, nome di fantasia. Si, la vittima del pestaggio è un ragazzo di 17 anni, uno studente del liceo Anco Marzio, di origini nigerine. «Mio figlio è nato a Roma e ha la cittadinanza italiana - spiega la madre, Lucia, dipendente Asl - Uno studente tranquillo, mai litigato o fatto a botte, mai fatto politica». L'unica cosa che non va, per gli aggressori, è il colore della pelle. Il padre è un dipendente dell'ambasciata italiana a Niamey, in Niger, dove fa l'interprete e il traduttore.
La sera del 5 marzo (la notizia è stata resa nota solo ieri) Marco sta passeggiando sul lungomare Caio Duilio all'altezza dello stabilimento La Spiaggetta. È con un'amica a spasso con il cane. «Parlavamo del più e del meno - si legge sulla dichiarazione messa a verbale dai carabinieri di Ostia - quando da quattro auto mi dicono più volte negro di merda lanciandoci palloncini pieni d'acqua». Alla ragazza insulti e parolacce. La situazione degenera. I gavettoni colpiscono loro e il cane. «Ho avuto paura - dice - le macchine facevano il carosello attorno a noi e così scappiamo verso viale della Vittoria. Dico alla mia amica di allontanarsi e di raggiungere una persona nel parco Pietro Rosa». Nel frattempo si avvicina una delle auto, si ferma. Esce un giovane tra i 17 e i 20 anni. Cappuccio della felpa calato in testa, si scaraventa contro Marco prima con un pugno, poi saltandogli sulla schiena per atterrarlo. Gli occhiali da vista volano via. Il giovane reagisce come può: «Gli ho morso un dito ma lui mi ha fatto cadere». Arrivano gli altri e sono calci e pugni fino al fuggi fuggi generale. Marco viene raggiunto e soccorso dagli amici.
Il 17enne è sotto choc. Qualcuno entra in un pub vicino, il Red Bull, e gli porta dell'acqua. A casa viene pulito e medicato dalla mamma. Poi accompagnato al pronto soccorso. Il referto medico parla da sé: «Patologie degne di nota. Contusioni, lussazioni, ferite al labbro inferiore, contusione lacero cervicale e all'anca sinistra». Gli aggressori? «Dal chiaro accento romano» sottolinea la vittima.
Oggi il ragazzo ha paura di ricordare, vuole solo rimuovere questa brutta storia di chiara matrice razzista. «Anche il fratello - conclude tristemente la mamma - mi racconta di subire insulti per il colore della sua pelle».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.