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Il Senato ferma cannabis, Pd e 5S contro la Casellati

Caos in Aula dopo l'annuncio del presidente Casellati, che dichiara l'inammissibilità della norma sulla cannabis light: "Solo motivi extraistituzionali giustificano la decisione"

Il Senato ferma cannabis, Pd e 5S contro la Casellati

È caos in aula al Senato, durante la discussione sulla norma sulla cannabis light, il principio attivo thc inferiore allo 0,5%. Ed è scontro tra il Movimento 5 Stelle, che aveva sottoscritto la norma, e la presidente della Camera, Elisabetta Casellati, che questa mattina ha dichiarato l'inammissibilità della norma.

Ci sono stati momenti di tensione a Palazzo Madama, quando è stata annunciata l'inammissibilità della norma. Le opposizioni hanno applaudito, mentre nella maggioranza sono scoppiate proteste. "Siamo molto dispiaciuti della sua decisione - ha detto il senatore M5s Mantero -l'emendamento non riguarda la droga ma semplicemente degli agricoltori. L'applauso che hanno fatto le opposizioni l'hanno fatto in faccia a 12mila famiglie".

Molto dura la reazione di Giuseppe Brescia, il presidente pentastellato della Commisione Affari costituzionali alla Camera e componente dell'intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis. Secondo quanto riporta Huffingtonpost, Bresci avrebbe chiesto le dimissioni della Casellati: "Da presidente di Commissione ho dato più volte giudizi di inammissibilità su diversi emendamenti presentati anche dalla maggioranza, esercitando un ruolo terzo e imparziale- ha dichiarato- La norma sulla canapa avrebbe comportato un gettito aggiuntivo per il bilancio dello Stato e solo motivi extraistituzionali giustificano la decisione della presidente del Senato Casellati. Dovrebbe dimettersi perché di inammissibile c’è solo il suo comportamento". Poi aggiunge: "La nostra battaglia non si ferma certo qui. Agricoltori e imprenditori meritano chiarezza".

Più soft, invece, la reazione del Pd, che chiede di cancellare ogni dubbio sull'imparzialità della Casellati: "Mi auguro che la presidente del Senato, Casellati, ascolti le ragioni dell’intergruppo cannabis e riveda il suo giudizio di inammissibilità sull’emendamento che metteva in sicurezza migliaia di commercianti e una filiera produttiva in crescita in tutta Italia", ha affermato Chiara Gribaudo, vice capogruppo del Pd alla Camera. Poi ha aggiunto: "Non vorremmo che la motivazione fosse ideologica, ma proprio per questo mi auguro che la presidente possa fugare presto ogni dubbio sulla possibile mancata imparzialità del suo ruolo. Il settore della cannabis light riguarda migliaia di lavoratori, il Parlamento ha il dovere di dare loro una risposta".

Contente, invece, le opposizioni: per Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, la norma mirava alla liberalizzazione delle droghe. Ma la maggioranza puntava a regolarizzare un settore confuso. Il leader della Lega Matteo Salvini ha ringraziato pubblicamente il presidente Casellati. Stessi toni usati dalla leader di FdI Giorgia Meloni, che ha parlato di "vittoria di chi si batte per una vita libera da ogni droga".

Intanto il governo ha posto la questione di fiducia nell’Aula del Senato sul maxiemendamento alla manovra come modificato alla luce delle inammissibilità comunicate dalla presidenza e dei rilievi chiesti dalla Ragioneria dello Stato e recepiti nel parere della commissione Bilancio.

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