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Grillo ha paura di altri ricorsi e gela il leader 5s. "Le sentenze vanno rispettate"

Il comico si consulta con i suoi legali. "Situazione molto complicata". L'invito alla prudenza: "State in silenzio, no a iniziative azzardate"

Grillo ha paura di altri ricorsi e gela il leader 5s. "Le sentenze vanno rispettate"

Altro che correnti. Decapitate tutte le cariche del M5s dall'ordinanza del Tribunale di Napoli, è tornato l'uomo solo al comando. Beppe Grillo pilota di malavoglia la sua creatura dalla villa di Genova, cerca di mettere ordine in un caos legale dalla durata potenzialmente infinita. Più che a Giuseppe Conte telefona ai suoi avvocati, soprattutto quell'Andrea Ciannavei che lo ha assistito per anni nelle tante cause intentate da chi veniva espulso con un editto del capo supremo. Anche se preferirebbe pensare ad altro - come alla vicenda del figlio Ciro e all'inchiesta Moby - il padrone è tornato. E non ci sta a finire prigioniero delle carte bollate. Perciò prende tempo, analizza ogni aspetto della situazione. Con l'unico obiettivo di schivare possibili grane.

E così se Conte accelera, lui frena. Insolito per un personaggio abituato a scompaginare, sorprendere, all'occasione sfasciare. Va letto con le lenti della prudenza il post apparso in mattinata sui social del comico. Grillo parte da un presupposto: a seguito dell'ordinanza di Napoli «ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021». Poi la doccia fredda per Conte: «Le sentenze si rispettano».

È uno stop alla corsa del leader disarcionato, che lunedì sera si era detto intenzionato a convocare un'assemblea per permettere agli iscritti da meno di sei mesi di ratificare le modifiche oggetto del ricorso. I toni sono diversi rispetto alle dichiarazioni degli avvocati di Conte, tutte improntate all'ottimismo. «La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata», scrive Grillo. Che annuncia «un momento di confronto anche con Giuseppe Conte». E se è vero che il diavolo si annida nei dettagli, la congiunzione «anche» sta a significare che la palla non è più nelle mani dell'ex premier. Che la facoltà di informare l'(ex) presidente del M5s è in capo al Garante, unica carica superstite dopo la sospensione del nuovo Statuto. Grillo invita «tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate». Detto fatto e Conte annulla la sua partecipazione a Porta a Porta in programma ieri sera.

Grillo è tirato per la giacca, ma per il momento decide di non scendere a Roma. Gli anti-contiani gli chiedono un'accelerazione per votare subito il comitato direttivo a cinque previsto dallo Statuto di febbraio 2021. I contiani, che vorrebbero forzare rivotando Conte leader, vagliano anche la possibilità di votare un comitato che sia propedeutico alla successiva incoronazione dell'ex premier. E solo il Garante avrebbe l'autorevolezza di imporre un direttorio a tempo, in carica solo per rimettere in sella Conte. Ma Grillo aspetta perché sa che il percorso è infestato di trappole. «Beppe è in attesa perché ha paura che Borrè gli fa ricorso su tutto», dice un parlamentare. Infatti, prima di fare una votazione bisogna sciogliere il nodo della piattaforma. Un affare non semplice da sbrigare, perché lo Statuto ora in vigore designa Rousseau come unico portale per le consultazioni.

Il fondatore potrebbe procedere mettendo prima in votazione sul sito di Casaleggio i tre componenti del comitato di Garanzia. Seguendo il principio che aveva portato Vito Crimi alla reggenza, in questo modo il M5s avrebbe un rappresentante legale nel membro più anziano del comitato dei garanti. Anche se c'è chi sostiene che allo stato sia Grillo il rappresentante legale. Il punto è centrale, perché senza una piattaforma per certificare le liste e senza qualcuno con il potere di firma non si può correre alle elezioni, e a primavera ci sono le comunali. Oltre ai ricorsi, dietro l'angolo ci sono i possibili risarcimenti. Grillo è preoccupato anche per le spese dell'affitto della nuova sede vicino Montecitorio e dell'affitto della piattaforma SkyVote. Lo conferma all'Adnkronos Giovanni Di Sotto, l'ad della società che ha creato il portale: «I contratti in essere rimangono in essere, l'ordinanza contesta il quorum non la piattaforma, per noi non cambia nulla».

Difficile la vita dell'uomo solo al comando, soprattutto se non ne hai più voglia.

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