Coronavirus

"Da Conte una grande scorrettezza". Perché i sindaci ce l'hanno con lui

La bozza del nuovo Dpcm delegava ai sindaci la responsabilità sul coprifuoco. L'ira dei Comuni: "No allo scaricabarile". E nel decreto scompare il riferimento ai primi cittadini

"Da Conte una grande scorrettezza". Perché i sindaci ce l'hanno con lui

Nell'ultima bozza del nuovo Dpcm sull'emergenza coronavirus, il governo ha avanzato l'ipotesi del coprifuoco dopo le 21. E a decidere della chiusura di vie, piazze e centri urbani, sarebbero dovuti essere i sindaci. Si tratta di imporre una sorta di zona rossa nei luoghi in cui "si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private". La nuova misura era stata annunciata nella conferenza stampa tenuta dal premier Giuseppe Conte, che aveva apertamente citato i sindaci.

E nei Comuni è scoppiata la protesta. "Il governo ha commesso una grande scorrettezza istituzionale, inserendo nel testo del Dpcm di cui è stata data notizia ieri sera dal presidente del Consiglio che saranno i sindaci a disporre l'eventuale coprifuoco", ha tuonato il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ospite al The breakfast club di Radio Capital. "È un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco - ha accusato-I sindaci non hanno la possibilità e la competenza di disporre i controlli".

Per il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, la misura annunciata dal governo sul coprifuoco rappresenta uno "scaricabarile". "Come sindaci da ormai otto mesi cerchiamo di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per gestire chiusure, riaperture, contenimento del virus, controlli, aiuti economici, politiche sociali, edilizia scolastica e quant'altro- ha spiegato- Questa mattina alle 10, insieme al Presidente Decaro, siamo stati 3 ore in riunione con Governo e Regioni sul nuovo Dpcm. Non una parola ci è stata anticipata rispetto allo 'scaricabarile' ai sindaci sul coprifuoco alle 21 che dovremmo stabilire nelle vie e nelle piazze delle città, che Conte ha annunciato a sorpesa questa sera". La nuova misura annunciata da Conte, aggiunge De Pascale, "così come è scritta è inapplicabile, ma soprattutto è vergognoso il metodo utilizzato. Va ritirata immediatamente".

"Conte è tornato in diretta tv per annunciare l'ennesimo decreto... Come solito scaricando le responsabilità sui sindaci senza coinvolgerli!- ha commentato il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano-Possibilità di coprifuoco alle 21, mascherine nelle scuole, smart working: in questo video vi spiego perché il premier ha detto delle grandissime bugie e rischia di produrre effetti devastanti sui Comuni".

Critiche arrivano ajnche dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, che su Twitter commenta: "So che la situazione è difficile, ma lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il coprifuoco è impossibile. Il Governo corra ai ripari subito e cambi questa regola". Si esprime senza mezzi termini anche il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, sostenendo che il Dpcm "scarica sui sindaci la responsabilità del coprifuoco alle 21:00". La decisione, ha precisato il primo cittadino, "lascia perplessi anche perchè, come sottolineato a più riprese negli scorsi mesi, esiste un problema relativo ai controlli. Esistono realtà del Sud senza neanche un vigile urbano. Come è possibile garantire un'adeguata copertura del territorio? I sindaci hanno sempre mostrato spirito di collaborazione nonostante non abbiano trovato ascolto nelle istituzioni che ora devono cambiare rotta perché non possiamo essere lasciati soli".

Le proteste, alla fine, sembrano aver smosso il governo, dato che nel testo ufficiale del Dpcm non c'è più traccia dei sindaci: "Per fortuna, alla fine, il Dpcm non è uscito come era stato annunciato", ha commentato Decaro.

Il riferimento ai primi cittadini, infatti, è scomparso dal testo, sostituito da: "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".

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