L'ira di Salvini contro i pm "Fanno come in Turchia"

Il leghista: «Pd, M5s e giudici ci vogliono fuorilegge a colpi di sentenze». L'Anm: «Ora basta allusioni»

L'ira di Salvini contro i pm "Fanno come in Turchia"

A questo punto la scaletta della festa di Pontida, in programma domani, cambia radicalmente. È il segretario della Lega Matteo Salvini ad annunciarlo. Il day after della sentenza choc, con la quale la magistratura genovese ha predisposto il sequestro preventivo di alcuni conti intestati alla Lega Nord, si declina tutto nel segno dell'emergenza. C'è un partito, spiega lo stesso Salvini, impossibilitato a fare il suo lavoro. Ci troviamo, insomma, in piena «emergenza democratica», dove un grande partito popolare, rappresentante la volontà di milioni di elettori, non può «adempiere al suo mandato». Per Salvini, d'altronde, mancherebbero, con i conti congelati, anche i soldi per la festa di Pontida. «La Lega - promette - non si ferma. A Pontida si parlerà di libertà e democrazia». Inoltre, aggiunge, «stiamo studiando alcune iniziative eclatanti che riguarderanno amministratori, consiglieri, deputati e senatori» per onorare al meglio la campagna referendaria in Lombardia e Veneto, per le elezioni siciliane e per preparare la campagna elettorale per le prossime politiche. «Però - avverte - se non cambia qualcosa non potremo nemmeno stampare volantini e manifesti e pagare gli spot elettorali». Insomma la mossa della Procura fa perdere serenità al segretario della Lega che non riesce a trattenersi. «Gli avvocati mi hanno prodotto un solo precedente in Europa ed è stato in Turchia - spiega - e c'è una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che boccia il sequestro dei beni del partito turco che aveva avuto lo steso trattamento antidemocratico riservato a noi. Qui non si parla di toghe rosse ma ultrarosse». Il ricorso, comunque, su questa discussa sentenza è in via di perfezionamento. «In calce - assicura Salvini - i giudici non troveranno soltanto il nome del segretario della Lega ma anche quello di migliaia di attivisti e cittadini. Perché quelli sequestrati sono soldi della Lega».

Le accuse di attacco politico lanciate al Tribunale di Genova vengono respinte dal capo della Procura stessa Franco Cozzi. «Abbiamo il massimo rispetto per la Lega - spiega il magistrato - come per tutti gli altri partiti. Non abbiamo messo in atto alcun attentato ai danni della Costituzione. Anzi: abbiamo agito a tutela del Parlamento che si è costituito parte civile». «Camera e Senato - aggiunge Cozzi - vogliono veder risarcito un danno derivante dalla erogazione di contributi che non dovevano essere dati perché fondati su bilanci non corretti». Immediata anche la presa di posizione dell'Anm: «Si insinua che la magistratura abbia adottato provvedimenti al fine di danneggiare alcune parti politiche a favore delle altre. Respingiamo con fermezza queste allusioni che minano l'immagine dell'intera magistratura».

La sentenza spacca il mondo politico in due versanti: quelli che - come Renzi, il Pd e i grillini - chiedono alla Lega di Salvini di rispettare la sentenza e inoltre gli rinfacciano il passato da «giustizialisti», e tutti gli altri che gridano alla strumentalizzazione forzata. Fabrizio Cicchitto di Alternativa popolare, a esempio, definisce il blocco predisposto dalla magistratura genovese «inaccettabile». E come il senatore Gaetano Quagliariello (Idea) che definisce il sequestro «allucinante».

«È un sequestro preventivo di proporzioni immani in base a un criterio di responsabilità oggettiva in un procedimento nel quale il partito non è coinvolto». Mentre Stefano Parisi (Energie per l'Italia) lo definisce un «atto gravissimo» che «segna un'escalation nei rapporti tra politica e magistratura».

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