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L'ira di Salvini sul caso Morisi. "Ha sbagliato, ma lo aiuterò"

Il leader leghista "sbalordito" per il suo ex guru social nei guai per droga. Lui: "Mi scuso, ho fragilità irrisolte"

L'ira di Salvini sul caso Morisi. "Ha sbagliato, ma lo aiuterò"

Nessuno sapeva nulla, neanche Salvini, così assicurano dalla Lega. La notizia dell'indagine per droga ha «sbalordito tutti», raccontano i leghisti. Qualcuno è insospettito dalla coincidenza con le elezioni («L'errore c'è tutto ma modi e tempi dovrebbero far riflettere...» scrive sui social il deputato Paolo Grimoldi), ma il sentimento che prevale è lo stupore, nel caso di Salvini anche l'«incazzatura» visto il rapporto personale e il danno politico che può subire la Lega a pochi giorni dalle amministrative. La motivazione delle «questioni famigliari» con cui Morisi aveva spiegato le sue spontanee dimissioni dal ruolo di capo della comunicazione e regista della «Bestia» era apparsa convincente per giustificare l'improvviso congedo (già questa una notizia che sapevano in pochi nel partito). Certo nessuno poteva immaginarsi che dietro ci fosse invece un'indagine della Procura di Verona per cessione di stupefacenti, una «droga liquida» non meglio precisata. La vicenda, risalente ai primi di agosto, ha rivolti politici pesanti, espone la Lega al fuoco degli avversari che rinfacciano le campagna della Bestia contro spacciatori e drogati (un massacro ieri per la Lega sui social). Ma dal punto di vista giudiziario il legale di Morisi, l'avvocato Fabio Pinelli, è ottimista, dice che anche il Procuratore ha definito «il fatto banale per quanto riguarda l'Autorità Giudiziaria».

L'ex guru, in una lettera aperta, la definisce invece una «grave caduta come uomo», e chiede scusa alla Lega. «Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega», «è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte» confessa Morisi. Si rincorrono voci di una telefonata di fuoco con Salvini, ma il suo staff non conferma contatti nelle ultime ore. Di certo, lo dice lui stesso, Salvini si è arrabbiato, e anche «di brutto», ma dopo l'arrabbiatura, «quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita» scrive Salvini postando una foto sua con Morisi. «Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre».

Tra i leghisti la reazione più diffusa è il silenzio, visti i contorni poco chiari della vicenda. Da alcuni, pochi, arriva una nota di solidarietà. «Tutti noi commettiamo errori personali, a volte anche gravi. Ma solo pochi hanno il coraggio e l'onestà di riconoscerli, di chiedere scusa e di prendersi le proprie responsabilità e chi lo fa, come ha fatto Luca Morisi, ha sempre la mia stima e solidarietà, oltre alla mia amicizia» scrive Roberto Calderoli. Poche parole da Giancarlo Giorgetti, indicato nei retroscena dei giorni scorsi come il responsabile del siluramento del «social-megafono» leghista, mentre le cose sono andate evidentemente in tutt'altro modo: «No comment. Ho già detto che Morisi è una persona intelligente e mi dispiace onestamente» dice il ministro leghista. In serata, da un palco di Milano per la campagna elettorale, Salvini torna sulla vicenda: «Nella vita si può sbagliare, si sbaglia anche 20 volte al giorno, le persone per bene in buona fede sbagliano.

Si sbaglia, ma l'importante, quando si è sbagliato, è capire dove si è sbagliato e avere la forza, l'orgoglio e l'umiltà di rialzarsi in piedi, perché dopo ogni caduta c'è una nuova avventura e dopo il temporale torna sempre il sereno».

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