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L'Iran minaccia vendetta. Sospetti sul patto segreto tra Trump e Netanyahu

Rohani accusa e minaccia. La Cia smentisce, resta nel mirino la visita di Pompeo in Israele

L'Iran minaccia vendetta. Sospetti sul patto segreto tra Trump e Netanyahu

Beirut. La promessa di una vendetta e le parole di fuoco sono arrivate subito dalla Repubblica islamica per l'assassinio dello scienziato Mohsen Fakhrizadeh, la mente del programma nucleare di Teheran, «il padre della bomba iraniana». Fakhrizadeh è morto in una imboscata ad Absard, a est della capitale, mentre era in macchina, ucciso a colpi di arma da fuoco. Il presidente Hassan Rohani ha accusato dell'omicidio senza giri di parole Israele: «I mercenari dell'oppressivo regime Sionista» sono dietro l'attacco, ma ha subito precisato che il programma nucleare non sarà per questo rallentato.

La morte dello scienziato rischia però di esacerbare le tensioni già alte tra Teheran, Washington e Tel Aviv. Il presidente iraniano ha precisato che il suo Paese risponderà, ma «a tempo debito» e che l'uccisione di Fakhrizadeh non spingerà l'Iran «a prendere decisioni affrettate». «I nemici dell'Iran dovrebbero sapere che il popolo iraniano e i suoi leader sono coraggiosi e non lasceranno questo atto criminale senza risposta», ha tuonato. «L'assassinio del martire Fakhrizadeh mostra la disperazione dei nostri nemici e la profondità del loro odio. Il suo martirio non rallenterà i nostri successi», ha concluso. Anche la Guida Suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei ha esortato «alla punizione» di chi ha eseguito l'attacco «e di chi lo ha ordinato».

Anche per il New York Times dietro il blitz c'è la mano di Israele. Il quotidiano americano ha citato tre ufficiali governativi, di cui due dirigenti dei servizi di intelligence che sostengono che ci sia lo Stato ebraico dietro l'agguato. Secondo il giornale però «non è chiaro quanto gli Usa sapessero in anticipo dell'operazione». Tel Aviv non ha rilasciato nessun commento sull'assassinio. E il portavoce del ministro degli esteri di Israele ha invece sottolineato che il ministro non rilascia dichiarazioni sulle missioni all'estero.

Nel frattempo le ambasciate israeliane nel mondo sono state avvertite di tenere l'allerta alta per paura di ritorsioni. Anche dai piani alti della Cia sono arrivate analisi su quanto accaduto. L'ex capo dell'intelligence americana John Brennan ha precisato che l'assassinio dello scienziato è stato un atto «criminale» e «sconsiderato» che rischia di infiammare la regione. Ma Brennan ha anche sottolineato come non si possa sapere «se un governo straniero abbia autorizzato o eseguito l'uccisione di Fakhrizadeh». Il pericolo di un confronto tra l'Iran e l'Occidente e Israele nelle rimanenti settimane della presidenza Trump però è alto. Amos Yadlin, ex capo delll'intelligence militare dello Stato ebraico e direttore dell'Israel's Institute for National Security Studies ha fatto notare che «se l'Iran sarà tentato di vendicarsi» e lo farà, «sarà difficile per Biden rientrare nell'accordo sul nucleare».

L'assassinio di Fakhrizadeh arriva dopo la visita del segretario di stato americano Mike Pompeo in Israele dove ha incontrato il premier israeliano Netanyahu e Rossi Cohen, il direttore del Mossad, il sevizio di intelligence dello Stato ebraico.

Durante il viaggio Pompeo ha avanzato la possibilità di un raid contro l'Iran, e ha sottolineato come tutte le opzioni siano ancora sul tavolo.

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