Economia

L'Italia guida la ripresa, rivincita dei "Pigs"

I Paesi euro del Mediterraneo, nell'epoca della grande crisi del 2008 hanno ricevuto, dagli altri Paesi dell'euro il nome di "PIGS": che- è l'acronimo ossia la sigla con cui si designano Portogallo, Italia, Spagna, Grecia, ma in Inglese significa "maiali"

L'Italia guida la ripresa, rivincita dei "Pigs"

I Paesi euro del Mediterraneo, nell'epoca della grande crisi del 2008 hanno ricevuto, dagli altri Paesi dell'euro il nome di «PIGS»: che- è l'acronimo ossia la sigla con cui si designano Portogallo, Italia, Spagna, Grecia, ma in Inglese significa «maiali». Questo nome ci è rimasto appiccicato addosso, generando un complesso di inferiorità, che è stato scosso dalle vittorie alle Olimpiadi e da altri successi sportivi. Ora si scopre che quella è solo la punta dell'iceberg. Noi «PIGS» anche nell'economia andiamo assai meglio dei sussiegosi Stati del Centro Nord. I dati Eurostat del secondo trimestre del 2021, diffusi ieri, fanno vedere che siamo noi «PIGS» a guidare la ripresa dell'euro zona e dell'Unione europea. Il duo Germania-Francia conduce il concerto Ue, ma finisce in coda quando si guarda alla ripresa del Pil. Non vince neppure il quintetto dei Paesi «frugali» - cioè Danimarca, Olanda, Svezia, Finlandia e Austria - che dicevano che avrebbero dovuto tirar fuori i quattrini per finanziare le spese del Recovery Plan a nostro favore. Non è così. L'Eurostat ha comunicato che nel secondo trimestre del 2021 il Pil destagionalizzato, nell'Ue è aumentato dello 1,9%, nell'Eurozona del 2%, ma in Italia del 2,7% e in Spagna del 2,8%. La media euro zona è solo il 2% perché la Germania è cresciuta dell'1,5% e la Francia dello 0,9%. La riscossa dei «PIGS» è guidata, quantitativamente, dai due Paesi di grandi dimensioni, appunto Italia e Spagna. Ma nel quartetto dei «PIGS», qualitativamente, le punte sono il Portogallo che nel 2021 cresce del 3,9 e la Grecia, che, prima degli incendi, sarebbe cresciuta del 4,2%. Il Portogallo che nel 2010 era finito nella procedura di infrazione, ne è uscito da tempo. Il suo governo ha portato il deficit allo 0,5 del Pil e ha abbassato il debito al 125 del Pil, nonostante la pandemia. La Spagna cresce del 2,8 malgrado sia ancora alle prese con una sorta di guerra civile fra area madrilena e area catalana. È perché Madrid ha adottato le regole della Germania per il mercato del lavoro, ha una industria creativa nella moda, una produzione agricola di qualità, un turismo naturale e culturale di valore eccezionale. Come mai l'Italia, che invece ha ancora un mercato del lavoro ingessato e una iper regolamentazione degli investimenti, cresce bene e ha un attivo della bilancia del commercio estero, sia nell'euro zona sia nell'area del dollaro e della sterlina? La risposta è nella superiorità tecnologica e nella creatività che caratterizzano non solo le nostre grandi imprese, ma anche quelle medie e piccole, che sono il vivaio da cui emergono le grandi, ma sono anche un assieme di piccole energie, che, nell'epoca del web, riesce a soddisfare più agilmente la varietà mutevole delle domande del mercato globale.

Possiamo dire che l'economia italiana, con il suo mercato del lavoro ingessato, il suo sistema giudiziario invasivo, il suo calderone politico frammentato della sinistra e dei 5 Stelle, è un «calabrone che vola», con le forze del mercato.

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