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"L'Italia ha i conti a posto. La Commissione non chieda altra inutile austerità"

Le raccomandazioni Ue sulla gestione dei conti pubblici non trovano impreparato il governo italiano.

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Le raccomandazioni Ue sulla gestione dei conti pubblici non trovano impreparato il governo italiano. Lo garantisce il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Giuseppe Mangialavori (Forza Italia).

Onorevole Mangialavori, la Ue raccomanda prudenza. Forse il governo corre troppo?

«Tutta la nostra azione è basata sulla responsabilità. Con la guerra alle porte e l'inflazione alle stelle non si può che essere cauti. E infatti sia la legge di Bilancio che il Def sono assai prudenti. Piuttosto stiamo correndo nel dare fiducia a aziende e lavoratori, nel dire agli italiani di non temere a fare impresa. Anche per questo motivo, per la prima volta in 20 anni, l'Italia cresce più di Francia e Germania. Un'inversione di tendenza non da poco».

Da Bruxelles chiedono di ridurre le imposte sul lavoro. Quindi il taglio del cuneo fiscale, fin qui adottato, non è sufficiente?

«Non abbiamo solo confermato, ma rafforzato il taglio del cuneo. Purtroppo negli anni l'Italia ha accumulato una pressione fiscale eccessiva sul lavoro. La nostra priorità è ridurla in modo significativo. Abbiamo iniziato bene e stiamo costruendo una strategia di stimolo all'economia. Sono sicuro che per via della maggiore crescita potranno esserci risorse ulteriori a disposizione. D'altra parte, abbiamo già smentito i profeti di sventura e allontanato gli spettri della recessione, che pure minaccia altri Paesi europei».

È necessario «arginare la crescita della spesa primaria» come chiesto dalla Ue?

«Non vorrei che nella riforma del Patto di Stabilità quello che è uscito dalla porta (l'austerità fredda e ragionieristica) rientrasse dalla finestra. In vent'anni l'Italia è quasi sempre stata in avanzo primario, ma il debito pubblico è continuato ad aumentare per via della crescita della spesa per gli interessi. La politica economica deve essere anticiclica e abbiamo visto i danni che può fare l'austerità in un momento di crisi. Bisogna stare attenti a non perseverare nell'errore dei decenni scorsi».

Sull'attuazione del Pnrr, però, le perplessità della Ue sono in linea con le preoccupazioni espresse anche da alcuni rappresentanti di governo.

«Quella del Pnrr è una sfida epocale che ci mette di fronte a problemi storici: burocrazia, ritardo infrastrutturale, bassa capacità di spesa. Negli ultimi 15 anni l'Italia ha speso la metà dei 70 miliardi di fondi strutturali. Ora ne deve spendere tre volte tanto nella metà del tempo. Una simile sfida non si vince in un giorno. Serve mettersi alla stanga, come dice Mattarella, e la collaborazione di tutti.

Credo comunque che la strategia promossa dal ministro Fitto sia di assoluto buonsenso».

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