Roma Potrebbero essere utilizzati anche gli Eurofighter dell'Aeronautica militare nella missione italiana di fronte alle coste libiche. Da fonti vicine alla Difesa si apprende, infatti, che sarebbero già state preallertate le basi di Gioia del Colle e Grosseto, dove l'addestramento dei piloti è comunque continuo, per un'eventuale partecipazione all'operazione a copertura delle navi della Marina militare, che fanno parte del dispositivo di «Mare sicuro». I sorvoli avverrebbero, comunque, in acque internazionali e non avrebbero scopo di offensiva, ma i caccia dell'Arma azzurra sarebbero impiegati solo a scopo di Difesa o, comunque, per fornire informazioni utili alla missione.
Peraltro, giungono voci riguardo al fatto che, grazie all'operato dei nostri servizi, anche i contatti con il generale Haftar si sarebbero fatti in queste ore più stretti e il capo del governo di Tobruk si mostrerebbe più morbido riguardo a una possibile collaborazione con l'Italia. Per cui le minacce di «bombardare le navi italiane che entrassero in acque libiche» sarebbero decadute.
Cosa certa è che l'Italia costituisce la porta d'ingresso, dalla Libia, verso l'Europa e deve assumere un ruolo di primo piano, stringendo anche rapporti con Tunisia, Algeria ed Egitto, che possono essere validi alleati nella lotta al traffico di esseri umani. Laddove la Francia, che dista non meno di 2mila chilometri da Tripoli, voglia assumersi il merito di creare accordi incisivi, il nostro Paese, che è ad appena 296, dovrà farsi valere dimostrando la sua forza sullo scacchiere internazionale. Ecco il perché di questa azione di «aiuto alla Libia» nel rimpatrio dei migranti con tutti i mezzi a disposizione.
Come si ricorderà, anche i Predator dell'Aeronautica saranno impegnati nel sorvolo delle coste della Tripolitania per individuare - cosa che fanno già da tempo - i punti di partenza delle carrette del mare utili a fornire le informazioni necessarie in modo che l'operazione di respingimento sia più determinante.
Intanto, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, pare finalmente prendere una posizione netta sulla questione. L'altro ieri, nel corso dell'incontro con l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, alla sua prima missione diplomatica in Europa, ha chiarito: «Serve una reductio ad unum dei formati negoziali in Libia, l'Onu deve prendere la leadership. Fino ad oggi ci sono stati troppi negoziati, troppi negoziatori e zero risultati finali. L'instabilità politica in Libia non è partita di serie B, è una priorità assoluta». Ha poi dichiarato di essere «contrario a ogni derby tra rigore e umanità, tra regole e solidarietà, tra sicurezza e diritti umani.
L'Italia deve continuare a essere il Paese che ha sposato entrambi gli aspetti». Salamé, dalla sua, ha replicato: «Ccredo che la cooperazione e la trasparenza tra Italia e Libia siano il modo più costruttivo. Siamo sulla strada giusta per trattare una sfida che ci coinvolge tutti quanti».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.