L'Italia è sola sull'accoglienza Trenta: «L'Europa non c'è più»

Il vertice di Vienna è un nuovo flop, niente revisione della missione Sophia. Moavero: «Serve solidarietà nell'Ue»

L' Europa ha rifilato all'Italia il solito bidone. La missione navale Sophia continuerà a far sbarcare i migranti recuperati in mare solo nel nostro paese. Salvo un'improbabile soluzione in extremis nella riunione di oggi dei ministri degli Esteri Ue. I responsabili della Difesa, che si sono riuniti ieri, in maniera informale a Vienna, hanno fatto orecchie di mercante alla richiesta italiana di «ruotare i porti di sbarco» fra i paesi dell'Unione europea.

«Mi sento delusa - ha ammesso il ministro della Difesa Elisabetta Trenta - ho visto che l'Europa non c'è. O comunque non è così presente». La proposta presentata dall'Italia era assolutamente realistica ed accettabile. Nei dettagli si trattava di «creare un meccanismo di coordinamento per la scelta del porto di sbarco - ha spiegato Trenta - Una unità composta da persone di vari paesi che decidono a rotazione quale possa essere» la nazione europea dove sbarcare i migranti.

L'aspetto paradossale è che tutti i paesi membri, a parole, hanno espresso la volontà di cambiare le regole della missione, ma fra tre mesi quando il mandato arriverà a scadenza naturale. «Cosa cambia tra tre mesi? - sbotta il ministro della Difesa italiano - Noi dovremmo rivedere le regole già oggi ma non tutti hanno compreso questo discorso. Non è più possibile che l'Italia sia unico porto di sbarco e che si faccia carico di tutti i migranti». Il riferimento è ai paesi del nord Europa, anche se dalla Germania potrebbe arrivare uno spiraglio nel conclave informale dei ministri degli Esteri di oggi. Il problema è che ci vuole l'unanimità impossibile da portare a casa nonostante il ministro degli Esteri, Enzo Moavero sia sempre speranzoso: «Chiediamo la solidarietà dei paesi Ue e speriamo ancora che arrivi, prima o poi, e che non sia troppo tardi».

Patetica la precisazione di Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri. Secondo l'ex stella del Pd tutti i ministri della Difesa hanno definito la missione, una sua creatura, «decisiva», «vitale», «strategicamente importante». Peccato che per stessa ammissione dell'Alto commissario l'operazione Sophia non prevedeva «attività di ricerca e soccorso nel suo mandato perché il compito primario è smantellare le reti dei trafficanti». Rete che non è stata minimamente intaccata a parte un po' di arresti di scafisti, ma nessun trafficante. L'intervento a terra contro gli schiavisti boss del traffico di esseri umani, tanto annunciato e previsto, non è mai partito facendo di fatto fallire la missione. Il risultato è che fino a marzo sono stati sbarcati quasi 12mila migranti nel nostro paese dalla flotta europea sotto comando italiano. Secondo indiscrezioni di stampa gli ufficiali della marina tedesca si lamentano degli italiani che negli ultimi tempi non soccorrono i migranti, ma segnalano i barconi alla Guardia costiera libica. E la parte della missione che prevede una cellula di collegamento a Tripoli è avvolta dal segreto, come ha scritto il Consiglio d'Europa al Giornale, che aveva chiesto una copia del documento con i piani.

Di fronte all'ennesima fregatura europea il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha ribadito: «La missione navale Sophia ha

un bel nome ma spesso non bellissimi risultati. Dovremo valutare se continuare a spendere soldi per un'operazione che sulla carta è internazionale ma di fatto è tutta a carico di 60 milioni di italiani e di un solo Paese».

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