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La lite Fedez-Iovino, le botte e gli ultrà-bodyguard

Rissa in un locale tra il rapper e l'amico di Ilary Blasi. Il precedente col cantante Naska e la difesa dei supporter rossoneri

La lite Fedez-Iovino, le botte e gli ultrà-bodyguard

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L'antefatto del pestaggio sarebbe stato una lite in discoteca con Fedez. Quando la notte tra il 21 e il 22 aprile scorso a Milano il personal trainer dei vip Cristiano Iovino è stato trovato a terra massacrato di botte, in molti hanno pensato a un collegamento con la vicenda della tormentata separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi. Iovino è amico di lei e citato come testimone da lui nella causa di divorzio. Invece, emerge ora dall'inchiesta della Procura milanese, quella storia romana non c'entra nulla.

All'origine dell'agguato a Iovino, sotto la sua casa di via Marco Ulpio Traiano, nel quartiere Portello, ci sarebbe appunto lo scontro con il rapper ex di Chiara Ferragni, che sempre più spesso si fa spalleggiare dagli ultrà della curva Sud del Milan. Come hanno anticipato alcuni quotidiani e come confermano fonti giudiziarie, poche ore prima del pestaggio Iovino e Fedez si sono incontrati nel privé della discoteca The Club, un noto locale in zona Moscova. Lì un apprezzamento di troppo rivolto da Iovino a una ragazza che era in compagnia di Fedez avrebbe scatenato la rissa con lanci di bicchieri e bottiglie. Il rapper era con alcuni amici tra cui alcuni ultrà rossoneri. Entrambi i contendenti sono stati cacciati dai buttafuori della discoteca, che hanno anche fatto intervenire i carabinieri. La circostanza è confermata tra l'altro dalle telecamere di sorveglianza. Dopo l'episodio il personal trainer 37enne deve essersi sentito in pericolo, anche perché ci sarebbe stato uno scambio di messaggi, forse per un chiarimento non riuscito. E Iovino avrebbe pure contattato alcuni suoi amici ultrà della Lazio perché chiedessero per lui l'aiuto, mai arrivato, di quelli dell'Inter (le due squadre sono gemellate).

Alle 3.30 sotto casa il 37enne è stato aggredito e pestato da 8 o 9 uomini vestiti di nero, scesi da un van. Tra loro c'erano, è quello che ha ricostruito la Procura, alcuni ultrà milanisti, nomi già noti alle forze dell'ordine (il cantante 34enne di certo non era lì). Se i due episodi siano davvero collegati è ciò che gli inquirenti stanno cercando di stabilire. Sui fatti di via Traiano il pm Michela Bordieri ha aperto un fascicolo per rissa e lesioni, il nome di uno dei presunti picchiatori è iscritto sul registro degli indagati. Tuttavia la vittima non ha mai voluto sporgere querela e se non lo farà l'ipotesi di lesioni dovrà essere stralciata.

A chiamare i soccorsi e i carabinieri quella notte non è stato lui, che ha anche rifiutato il trasporto in pronto soccorso, bensì i vigilantes del suo complesso residenziale. Non è la prima volta che Fedez viene coinvolto in una rissa in cui gli ultrà rossoneri gli fanno da bodyguard. Circa due mesi fa, sempre in un locale milanese, il rapper si era scontrato con un altro artista, Naska.

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