Le liti già in calendario: riforma elettorale, concessioni, giustizia...

Di Maio: "Chi si oppone su Autostrade non fa il bene del Paese". La sfida di Iv

Le liti già in calendario: riforma elettorale, concessioni, giustizia...

Il clima «buono e cordiale» del governo riferito dai bollettini di Palazzo Chigi si scontra con le cronache dell'ultimo consiglio dei ministri - che ha approvato «salvo intese» il cosiddetto decreto Milleproroghe - e dei vertici di maggioranza delle ultime settimane. Si litiga su tutto, o quasi, nonostante gli sforzi di mediazione del premier Giuseppe Conte, dall'economia alle banche e alla giustizia. «Leggi scandalose», dice Matteo Renzi di quelle grilline, «norme sbilenche» per il dem Andrea Orlando.

L'ultima frattura si è consumata sulle concessioni autostradali. Nel Milleproroghe è comparsa una norma che pare scritta apposta per Autostrade, nel mirino del M5s dopo il crollo del Ponte Morandi. L'articolo fatto apre di fatto alla revoca generica delle concessioni, prevedendo il subentro di Anas nella gestione della rete e un ridimensionamento dell'indennizzo dovuto dallo Stato. «Roba da Sudamerica», «la fine dello Stato di diritto», l'ha bollata Renzi che tramite la battagliera ministra di Italia Viva Teresa Bellanova ha alzato le barricate in Consiglio dei ministri. Anche nel Pd ci sarebbero forti perplessità, ma è tra grillini e renziani che lo scontro è totale. E ieri Luigi Di Maio ha ribadito che la norma non si tocca: «Bisogna avviare un percorso che ci porti alla revoca delle concessioni autostradali. Per noi questa è una battaglia di civiltà. E chi si oppone a tutto questo di sicuro non fa il bene del Paese».

Toni non meno duri si registrano sulla giustizia. La madre di tutte le divisioni resta la prescrizione: la riforma Bonafede che la abolisce dopo il primo grado entrerà in vigore il primo gennaio. Dopo quello con la Lega, il duello ora è col Pd e con Italia Viva. Un «orrore» l'ha definita Maria Elena Boschi, una «norma sbilenca» secondo l'ex ministro Orlando. Nessun accordo nonostante gli innumerevoli vertici: i dem chiedono di posticiparne l'entrata in vigore per definire prima una riforma che accorci i tempi dei processi ed eviti il rischio «fine giustizia mai». Ma le bozze di Bonafede in materia penale non convincono il Pd. Tanto che tra pochi giorni presenterà un proprio ddl sulla prescrizione. Una sfida. O, come lo definisce Orlando, «un assicurazione sulla vita che speriamo di non dover approvare raggiungendo nel frattempo un equilibrio».

Tensioni nell'ultimo cdm anche sul Piano per l'innovazione digitale presentato dalla ministra Paola Pisano che indica gli interventi per la digitalizzazione del Paese e che definisce il ruolo dello Stato nella gestione dei dati. Per Dario Franceschini, Pd, «serve un approfondimento e una condivisione con la maggioranza». La ministra era già finita nel mirino per aver citato, ringraziandolo, Davide Casaleggio in calce alla presentazione.

Con il nuovo anno si aprirà anche la questione Salvini, con la richiesta di autorizzazione a procedere per sequestro di persona sul caso della nave Gregoretti. Di Maio ha già annunciato che il M5s voterà a favore, mentre non è scontato il comportamento di Italia Viva: «Leggeremo le carte, senza isterismi», ha detto Renzi.

C'è poi la legge elettorale, oggetto di veti incrociati della maggioranza sul sistema proporzionale con soglia al 5%.

I renziani ne vorrebbero una più bassa, al 3, magari con un Rosatellum senza collegi uninominali. Intanto Giuseppe Brescia, M5s, ha annunciato un ddl in Parlamento.

Nel frattempo incombe la richiesta di referendum elettorale della Lega al vaglio della Consulta che potrebbe accelerare tutto.

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