Liu Xiaobo già cremato, le ceneri disperse in mare

Roberto Fabbri

Le ceneri di Liu Xiaobo, il dissidente cinese premio Nobel per la Pace morto di cancro giovedì scorso nell'ospedale di Shenyang, sono state disperse in mare dopo una rapida cerimonia privata. Le circostanze, secondo attivisti vicini allo scomparso oppositore del regime comunista, fanno pensare a una decisione imposta ai familiari, con l'obiettivo di evitare che Liu avesse una tomba e che questa potesse diventare meta di pellegrinaggi di simpatizzanti.

Alla breve cerimonia funebre dopo la cremazione della salma di Liu Xiaobo, che aveva 61 anni, sono stati ammessi la moglie Liu Xia e il fratello Liu Hui. Il funerale è avvenuto all'alba, come si fa con i criminali, perché per il partito comunista cinese questo era Liu Xiaobo, l'uomo che aveva creato «Charta 08», un movimento di opinione per la democratizzazione della società cinese.

Amici della coppia, cui è stato impedito di partecipare al funerale, hanno notato che accanto alla bara di Liu erano presenti alcuni sconosciuti, verosimilmente agenti delle forze di sicurezza in incognito. Ennesima dimostrazione che Liu Xiaobo fa paura anche da morto.

Ma non è tutto. Il regime sembra aver organizzato anche una rozza parodia non solo per far apparire questo funerale in mare una scelta dei familiari, ma anche per mostrare al mondo che essi sono grati al governo per il trattamento riservato al loro congiunto. Così, nel corso di un incontro con la stampa, il fratello di Liu ha espresso più volte la sua gratitudine per «l'umanità» che ha mostrato il partito comunista cinese e ha assicurato che la scelta del funerale è stato una decisione della famiglia. Ma è noto che gli amici del Premio Nobel e la moglie hanno spesso criticato l'atteggiamento del fratello, con cui da anni hanno perso i contatti.

Ora che il premio Nobel cinese è stato fisicamente eliminato, l'attenzione degli attivisti dei diritti umani è concentrata su Liu Xia. La vedova del dissidente, apparsa molto provata al funerale, è agli arresti domiciliari da sette anni. Ieri con un ambiguo comunicato le autorità di Shenyang hanno fatto sapere che «il governo cinese proteggerà i diritti legittimi di Liu Xia in base alla legge».

Ciò dovrebbe significare che la donna è libera di viaggiare all'estero, come richiesto tra gli altri dal segretario di Stato americano Rex Tillerson, ma i familiari hanno detto che Liu Xia è tuttora «sotto controllo del regime» e che «è impossibile contattarla».

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