Livorno sciopera sui rifiuti: fallisce il "modello Grillo"

I dipendenti della partecipata con 44 milioni di buco incrociano le braccia per 48 ore. Nogarin: "Non pago le colpe del Pd". Ma in 19 mesi la sua Giunta non ha risolto nulla

Livorno sciopera sui rifiuti: fallisce il "modello Grillo"

Questa storiaccia dei rifiuti livornesi travalica i confini labronici e scoperchia pentole e pentoloni, rischiando di far implodere la ditta Grillo-Casaleggio& Co. Un «modello» che, da Parma a Livorno, si distingue per inadeguatezza.Come è già successo nelle scorse settimane, si preannunciano scene di isteria vicino ai cassonetti. Ieri è scattato uno sciopero di 48 ore dei lavoratori Aamps, la partecipata al 100% dal Comune, che si occupa della raccolta dei rifiuti, indetto dalla Cgil e Fiadel per protestare contro la decisione della giunta grillina di Filippo Nogarin di avviare il concordato preventivo in continuità, da presentare domani al consiglio comunale e sabato al cda dell'azienda. Tre consiglieri M5S, ora sospesi, hanno votato contro al loro sindaco. Durante il corteo, si è sfiorata la rissa tra una settantina di lavoratori e l'ex consulente della Aamps, Andrea Marzovilla, scelto dal sindaco per stilare un piano industriale mai varato.Ma quella che si intravede all'orizzonte è solo la cima della montagna di monnezza che si nasconde nei conti e nella gestione a dir poco allegra dell'Aamps, esempio del marciume che ha regnato per anni in città. All'inizio del mandato, 19 mesi fa, Nogarin sapeva benissimo che cosa c'era sotto quella società, un carrozzone dell'ex «regime» di sinistra, a uso e consumo delle proprie clientele in cambio di voti, con la complicità della Cgil che oggi starnazza. Un'azienda con 500 dipendenti, che si occupa di rifiuti, senza però avere addetti per la raccolta dell'immondizia, costretta ad assumere personale esterno dalla Cooplat. Tanto per dirne una. Sperperi enormi, che hanno prodotto negli anni di amministrazione della sinistra un buco da 44 milioni di euro. Debito dal quale la faccia di bronzo dell'ex sindaco Ds/Pd, Alessandro Cosimi, ha preso le distanze. «La tragedia è che sia il Pd, sia i grillini giocano col fuoco sulla pelle di una città già martoriata dalla politica, - spiega Giuseppe Mascambruno, livornese, ex direttore de La Nazione - emarginata e ridotta all'ombra rachitica di ciò che è stata nella storia di almeno quattro secoli. Ormai c'è solo da sperare che questa roulette politica non finisca in roulette russa con quel che resta di Livorno». Il caso Aamps, in effetti, è diverso da tutti gli altri: costa il doppio rispetto ad aziende pubbliche toscane come, ad esempio, Publiambiente di Empoli. Chissà poi perché i livornesi si lamentano sempre per quanto sono care le tasse sui rifiuti...Nogarin lo sapeva, ma in quasi due anni di amministrazione ha scelto di non fare nulla. Ha cambiato quattro amministratori Aamps, l'ultimo dei quali è stato nominato sulla base di un curriculum dove si legge: «Appassionato di rifiuti». Stesse modalità per la scelta degli assessori, che in 19 mesi non hanno ancora presentato una delibera o un progetto. In tutto questo caos, mentre la monnezza si accumula sulle strade, rispunta il Pd che, anziché arrossire di vergogna per il disavanzo, propone l'ingresso nell'ennesimo carrozzone privatizzato, «Retiambiente Spa», un consorzio di comuni che gestirebbe i rifiuti, un ghiotto business da sei miliardi di euro. Nogarin si sfila: «Non pago per le colpe del Pd», tralasciando il fatto che le colpe sono anche le sue. Il Pd risponde con ineccepibile coerenza tramite l'eurodeputata Simona Bonafè: «Nogarin non può scaricare la colpa sul Pd». Ecco fatto. Enrico Zanetti, sottosegretario di Renzi e segretario di Scelta civica, si fa spernacchiare da tutti per aver chiesto «un monumento a Nogarin per quello che sta facendo a Livorno». Il deputato livornese Andrea Romano chiede, invece, la testa del sindaco con un sobrio «molli la poltrona» mentre il sagace Ernesto Carbone si accorge ora che «il bilancio peggiora mentre l'immondizia è in agguato».

La verità è che il Pd tenta di buttare giù la giunta usando i cassonetti per arrivare al commissariamento e quindi al voto anticipatoUna cosa buffa in tutto questo schifo c'è: ieri, giorno di sciopero, un netturbino spazzava tranquillo sul lungomare. Bella, Livorno.

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