«Dovevamo aspettare il primo Papa latinoamericano per beatificare Romero, perché nell'incontro tra questa beatificazione e il pontificato di Papa Francesco c'è una similitudine: la Chiesa povera per i poveri». Jorge Mario Bergoglio sblocca la causa di beatificazione del vescovo brutalmente assassinato dagli squadroni della morte vicini al regime, nel 1980, mentre celebrava messa a San Salvador. Non l'aveva fatto Papa Wojtyla per le opposizioni dei numerosi membri dei settori più conservatori dell'episcopato latinoamericano e del Vaticano stesso; non c'era riuscito nemmeno Benedetto XVI, nonostante una prima scossa l'avesse data nel dicembre 2012, poco prima della sua rinuncia.
Papa Francesco ha ora messo a tacere la fronda anti-Romero, dando il via libera alla beatificazione che avverrà «entro l'anno». È monsignor Vincenzo Paglia, postulatore della causa, a confermare che è esistita una fazione molto forte che ha remato contro il processo per elevare agli onori dell'altare il vescovo salvadoregno. Parla di «montagne di carte», di una «opposizione dura come roccia», spesso in «mala fede»: «blocchi ingiustificati» nella Chiesa e in Curia. Ostacoli che hanno fatto ritardare il processo. E cita, monsignor Paglia, il defunto cardinale colombiano Alfonso Lopez Trujillo (fu tra i contrari), ammettendo che tra il vescovo Romero e Papa Wojtyla «nel primo e secondo incontro» ci furono delle «incomprensioni perché le notizie che arrivavano a Roma erano solo in una direzione». Ma quando il Papa polacco si recò in Salvador, nel 1983, volle andare sulla sua tomba. Tuttavia la fronda anti-Romero, che lo considerava un «sovversivo» e un «comunista», era potente: in primis i più stretti collaboratori di Wojtyla, tra i quali il segretario Stanislaw Dziwisz. «Romero ha avuto scontri con il nunzio, con il Vaticano, con i poteri locali che lo definivano comunista solo perché aveva scelto di sporcarsi le mani dedicandosi all'aspetto sociale del dogma», ha detto Paglia. «Durante gli anni di Romero arrivavano chili di carte contro di lui. Scrivevano che faceva politica, che era seguace della teologia della liberazione. Lo accusarono di problemi di carattere, di squilibri. Tutte cose che hanno frenato e rafforzato i nemici». Contro Romero beato c'era poi «la destra politica» e «i predecessori dell'ambasciatore» attuale di El Salvador presso la Santa Sede, ha spiegato ancora il postulatore. «Tutta questa montagna di carte pesava. E purtroppo non si è sentita l'altra campana e gli anni sono passati». Il vescovo Paglia ammette: «È stato un processo controverso e la nostra fatica è stata ritrovare tutta un'altra montagna di testimonianze che finalmente scalzavano questo genere di accuse pretestuose, a volte in buona fede ma a volte in cattiva coscienza». Poi l'attacco più forte: «Se qualcuno si è opposto con mala coscienza sarà bene che faccia un mea culpa».
Proprio ieri è arrivata anche la notizia della beatificazione del gesuita padre Rutilio Grande, trucidato dal regime nel 1977. Fu lui a provocare una vera e propria conversione nel cuore di Romero che, da quel momento, iniziò ad operarsi per i più poveri, denunciando crimini e ingiustizie del potere. «Già tre mesi fa è stato aperto a San Salvador il processo di beatificazione di padre Rutilio», ha spiegato Paglia. «È impossibile capire Romero senza capire Rutilio». Ora in Salvador si attende con trepidazione l'annuncio della data della cerimonia. Potrebbe avvenire già il 24 marzo, giorno della morte del vescovo. La stessa data che la Chiesa dedica ai martiri missionari.
Se mi uccidono, risusciterò nel popolo. «Inediti 1977-1980» è il libro di lettere inedite di Oscar A. Romero che l'Editrice Missionaria Italiana sta per pubblicare in occasione della beatificazione dell'arcivescovo di San Salvador ucciso nel 1980. Impegnato nella difesa degli ultimi durante la guerra civile che insanguinò il suo Paese e che lo spinse a denunciare la violenza e il terrore del regime militare.
Dario Castrillon Hoyos è un cardinale colombiano. È presidente emerito della Pontificia commissione «Ecclesia dei»
Il cardinale polacco, arcivescovo di Cracovia, è famoso per essere stato, per anni, il segretario particolare di Karol Wojtyla
Alfonso Lopez Trujillo è stato un cardinale e arcivescovo cattolico colombiano. È morto nel 2008
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