Se potessi avere mezzo milione di vaccinazioni al giorno. Un'idea che il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha reso proclama, obiettivo, grido di battaglia. Ma che al momento appare piuttosto un sogno. Lo sostiene anche la fondazione Gimbe, nel report diffuso ieri: «Tra tagli alle forniture, temporaneo stop ad AstraZeneca e consegne trimestrali last minute - spiega Nino Cartabellotta, presidente della fondazione - i numeri di marzo sono lontani dagli obiettivi del piano Figliuolo, che prevedeva di raggiungere 210mila somministrazioni al giorno a metà marzo e 300mila entro il 23 marzo. E soprattutto le 500mila somministrazioni al giorno dal 15 aprile sono ancora un miraggio che rischia ulteriori rallentamenti per le eventuali restrizioni e, soprattutto, le diffidenze individuali sul vaccino AstraZeneca».
Eppure arrivare al mezzo milione di siringoni ogni ventiquattro ore farebbe tutta la differenza del mondo. Vediamo perché. Partiamo da aprile. Sarebbe già un buon risultato chiudere nel mese in corso le pratiche «over 80» (mancano 4,1 milioni di dosi, richiami compresi e per essi saranno utilizzate preferibilmente fiale di Vaxzevria), personale scolastico (mancano 1,9 milioni di dosi) e forze dell'ordine (mancano meno di 700mila punture), per un totale di 6,7 milioni di dosi che non dovrebbero mancare: Figliuolo ha garantito che ne arriveranno 8 milioni ad aprile e in frigorifero ce ne sono ancora quasi 4 milioni non utilizzate rispetto alle 15.568.730 ricevute. Il ritmo sarebbe di circa 290mila dosi al giorno. Fattibile, se non si rallenterà nei fine settimana e nei ponti.
La vera sfida è da maggio. Vediamo che cosa potrebbe succedere. Tolti i più anziani e quelli tra i più giovani già immunizzati per ragioni professionali, resterebbero da vaccinare circa 43 milioni di italiani tra i 16 e gli 80 anni e fuori dalle categorie protette, servono 86 milioni di dosi per completare il quadro. Per studiare la nostra road map poniamo alcune clausole senza le quali qualsiasi calcolo sarebbe impossibile: immaginiamo che non esistano i No Vax e che quindi tutti gli italiani anagraficamente «abili» si sottopongano alla somministrazione, non consideriamo il vaccino Johnson&Johnson che immunizza con una sola dose (ma che ancora non è disponibile) e che si proceda per classi di età, dai più vecchi ai più giovani. A questo punto ipotizziamo tre scenari, dal più pessimistico al più ottimistico: che si proceda al passo di 250mila, 350mila e 500mila dosi al giorno (teorema Figliuolo). Nel primo caso, il 15 giugno dovrebbero essere immunizzati tutti gli «over 70», il 13 agosto gli «over 60», il 25 ottobre gli «over 50», il 29 dicembre gli «over 40», il 16 febbraio gli «over 30» e il 10 aprile, ovvero esattamente tra un anno, la missione sarebbe conclusa, sempre che una qualche variante non ci costringa a ricominciare daccapo. Praticamente un disastro.
Qualora, e ci appare al momento l'ipotesi più probabile, si procederà a un passo medio di 350mila dosi al giorno, gli «over 70» saranno salvi il 2 giugno, gli «over 60» il 14 luglio, gli «over 50» il 4 settembre gli «over 40» il 21 ottobre, gli «over 30» il 25 novembre e tutti quanti sarebbero vaccinati il 1° gennaio 2022. Un mezzo disastro.
Se invece trionfa la linea Figliuolo (quella del mezzo milione) i «+70» saranno tutti immuni il 23 maggio, i «+60» il 22 giugno, i «+50» il 28 luglio, i «+40» il 30 agosto, i «+30» il 23 settembre e tutti entro il 20 ottobre.
Immaginando come linea di salvezza l'immunizzazione degli «over 40», un po' per l'immunità di gregge, un po' perché a quel punto sarebbero scoperti
soltanto i più giovani, quelli meno a rischio sintomi o morte, potremo essere liberi nei tre casi per il 29 dicembre, per il 21 ottobre e per il 30 agosto. È la posta in palio per la battaglia più importante della nostra vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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