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"L'oblio oncologico presto legge. Basta discriminare gli ex malati"

La deputata di Fi: "Stop a richieste di informazioni sulla salute". Chi ha avuto un tumore non può accedere a mutui o prestiti

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Piccole storie di ingiustizia quotidiana. Tutte legate a chi si è buttato alle spalle un tumore ma che non riesce a scrollarsi di dosso i pregiudizi della società. Per questo la legge sul diritto all'oblio è una battaglia da portare avanti e una scommessa da chiudere in fretta. Anche perché sono circa un milione gli ex malati oncologici che ogni giorno sono discriminati e il numero aumenterà sempre di più.

Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia, lei porta avanti questa battaglia di civiltà in Parlamento da tempo.

«Sì, sono stata prima firmataria del disegno di legge sull'oblio oncologico nella precedente legislatura, ma non siamo riusciti a calendarizzarla perché il governo Draghi è caduto».

E ora ci riprova.

«In realtà ci sono diverse proposte di legge in Commissione Affari Sociali e si va verso un testo unificato condiviso da maggioranza e opposizione».

Che tempi ci saranno per la nuova legge?

«Entro luglio vorremmo approvarla alla Camera e spero che entro la fine dell'anno potremmo scrivere una bella pagina del nostro Paese. Tra l'altro la legge è a costo zero».

Ma elimina ingiustizie profonde. Quali sono le discriminazioni ancora presenti per gli ex malati oncologici?

«La prima è la richiesta di un mutuo a lungo termine che non viene riconosciuto dalle banche a chi ha avuto un tumore in passato. Quando sei stato ammalato diventi un soggetto a rischio, sei considerato fragile: è come se ti mettessero un bollino rosso addosso».

Questo vale anche per altri settori?

«Le polizze vita, per esempio, se vengono approvate hanno premi altissimi. E persino un piccolo prestito per un automobile ti viene negato se hai avuto un tumore pregresso, anche se lo hai superato».

Poi c'è l'adozione.

«Tra le domande per diventare idoneo ti viene chiesto se sei stato affetto da un tumore. E questo implica scivolare in fondo alla lista dei candidati. È come pensare che l'amore di una donna è di serie B».

Come sarà articolata la legge?

«Non sarà più ammessa la richiesta di informazioni sullo stato di salute relative a patologie oncologiche il cui trattamento attivo si è concluso senza episodi di recidiva da più di dieci anni o da più di cinque anni per gli oncologici adolescenti fino ai 21 anni».

Quindi niente più domande discriminatorie nei questionari?

«Viene impedita la richiesta sulla storia clinica. Nessuno dovrà più svelare informazioni sul proprio passato sanitario. Una cosa che già avviene in Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Portogallo».

Come mai gli altri paesi Ue non si sono ancora uniformati?

«Lo dovranno fare presto. L'assemblea di Strasburgo ha già tracciato linee comuni con una risoluzione in cui si invitano i paesi a garantire il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei entro il 2025».

Qual è la stima dei malati nei prossimi anni?

«In Italia ci sono circa di 3 milioni di malati di tumore e circa un milione di guariti. Ma grazie alla ricerca e all'innovazione tecnologica aumenterà il numero di persone che guariranno.

Del resto l'argomento è sempre stato a cuore anche al nostro Presidente Berlusconi che per primo nel 2006 istituì la Giornata nazionale del malato oncologico per dedicare più attenzione al mondo dei pazienti e anche ai familiari».

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