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L'odio di intellettuali e giornali rende simpatico il governo...

La campagna anti-pentaleghisti assomiglia a quella contro Berlusconi. Con accuse di fascismo, nazismo, stalinismo

L'odio di intellettuali e giornali rende simpatico il governo...

Appena si trova all'opposizione, la sinistra parte lancia in resta contro il nuovo fascismo, tracimando volentieri nell'evocazione di Hitler e soci nazisti. Gli intellettuali, in particolare, non sono interessati a capire il fallimento elettorale dell'amato (da loro) Matteo Renzi, preferiscono spararla grossa per prendere gli applausi dei «veri» democratici, che poi sarebbero i nipoti del Partito comunista, asservito a Mosca fino a quando l'Unione sovietica non implose.

Basta sfogliare i giornali per capire che l'opposizione al governo Conte, sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle, tra giornalisti e intellettuali, sta assumendo il noto aspetto dell'antiberlusconismo. Per Umberto Eco, il centrodestra guidato da Silvio era una manifestazione peculiare dell'eterno fascismo italiano. Eco fece scuola e ora l'accusa di fascismo si può estendere a chiunque, questa volta tocca ai pentaleghisti. Domenica scorsa, Luigi Di Maio, ministro del Lavoro, ha involontariamente citato il Re Sole, e si è beccato una raffica di ironia nella schiena, anche da questo giornale. Ma in molti casi si va oltre i confini della realtà. Per la Stampa, le uscite pentaleghiste ricordano, oltre al Re Sole, Stalin, Mussolini e Hitler. Repubblica fa riferimento a Vita e destino, il romanzo capolavoro di Vasilij Grossman che denunciava entrambi i totalitarismi. Fa ridere solo l'idea di trovare nello stesso articolo il Movimento 5 stelle (con tutto il rispetto) e Vasilij Grossman, uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. Un po' di senso della misura sarebbe sufficiente per evitare il ridicolo ma pochi resistono alla tentazione di lasciarsi andare, tanto mica si rivolgono agli (e)lettori, si rivolgono al piccolo mondo conformista della (sedicente) intellighenzia. Si fanno i complimenti tra loro nei social network, che ormai confondono con il mondo reale, e sono felici. Peccato la maggioranza degli italiani, guardata ormai con sospetto dagli intellettuali, se ne freghi altamente di paragoni improbabili e indignazione a senso unico. Anzi, ogni volta che qualcuno avvicina l'attuale governo al fascismo, un (e)lettore corre metaforicamente verso l'urna per depositare la scheda con una bella «X» vergata sul simbolo di Lega o Movimento 5 stelle. Il patetico fallimento dell'antiberlusconismo ha insegnato nulla. Non è stato utile al Paese e ha distrutto proprio la sinistra, a Berlusconi ci hanno pensato i giudici, non Walter Veltroni. Proseguiamo. Per il Foglio, al Movimento 5 stelle potrebbe riuscire ciò che non è riuscito nemmeno al Duce, cioè snaturare il Parlamento a colpi di vincolo di mandato e democrazia diretta.

Fuori dal coro antifascista, proprio sul Foglio, è Giuliano Ferrara: «Se saranno autoritari e arroganti, in mancanza di costituzionalisti, bisognerà fare la loro parte, ma piano con l'antifascismo e con i metodi dell'antiberlusconismo, quando ci prende la foga bisogna desistere, desistere, desistere».

Saviano, su facebook, la tocca piano: «Disobbedite a questo ministro dell'Interno, quest'uomo vuole fare annegare le persone». Così esagerato che Salvini ha replicato con una querela. Per Laura Boldrini il governo è «retrogrado» e «maschilista». Per Gustavo Zagrebelski sarà «uno Stato spietato verso i deboli e i diversi». Per Elsa Fornero, Salvini è «uno squadrista» e «non merita rispetto». Per Matteo Orfini «l'estrema destra» ci tiene in pugno e ottiene il plauso «dei neofascisti di mezza Europa». Per Vittorio Zucconi al potere ci sono i «fascisti». Per Mario Calabresi, Salvini è «reazionario» e «incendiario». Eugenio Scalfari lancia un appello: «Il Quirinale li fermi». Il governo non ha ancora fatto nulla. Il fuoco di sbarramento è puramente preventivo. Ma serve a qualcosa? Forse al governo per crescere nel consenso...

Invece di salire sulle barricate della retorica, sarebbe meglio prepararsi a esaminare e smontare l'operato del governo giorno per giorno, provvedimento per provvedimento.

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