L'odio va in piazza con i rom «Lega e Forza Italia bastardi»

Sfilano per Bologna chiedendo casa e lavoro, suonano l'inno di Mameli, insultano i leader del centrodestra. E i sinti: ma noi non siamo come loro...

L'odio va in piazza con i rom «Lega e Forza Italia bastardi»

Bologna. «Orgoglio rom», lo chiamano alcuni di loro. Ma mentre sfilano per Bologna con chitarre, trombe, e la richiesta (insistente) di integrazione, offendono i partiti di centrodestra: «È dal 1400 che viviamo in Italia», dicono mentre risuona l'Inno di Mameli. E lo fanno in un italiano stentato che fa intendere come «più integrazione», in realtà, sia più uno slogan che un desiderio reale. Il ritrovo dei nomadi, quattrocento in tutto, è alle 10 di sabato in una piazza del quartiere «bolognina», il più degradato del capoluogo emiliano. Quello in cui gli italiani combattono ogni giorno con una situazione di perenne criminalità. In cima al corteo ci sono i sinti, più dietro i rom, poi i migranti africani e i centri sociali, che dove c'è da gridare contro il «fascismo» di Lega e Forza Italia non mancano mai. Tra loro scatta un parapiglia interno in cui volano insulti e anche minacce al cronista che sta filmando la scena: «Smetti di riprendere, sbirro». Ci sono poi gli attori Ivano Marescotti e Alessandro Bergonzoni, i senatori Pd Luigi Manconi e Sergio Lo Giudice, la deputata Dem Sandra Zampa, il capogruppo Pd del Comune di Bologna Claudio Mazzanti, alcuni esponenti di Sel.

I nomadi chiedono lavoro, casa e scuola per i figli. Non basta quello che lo Stato fa già per loro, i campi abusivi e l'elettricità gratuita. A chi gli domanda il perché non comprano una casa e si cercano un lavoro, rispondono sicuri: deve darceli il governo. «Prima ci siamo noi», replica giustamente una signora italiana con un'attività lungo il percorso del corteo. «Noi non rubiamo, noi paghiamo le tasse - continua - eppure qualcuno con 400 euro di pensione è costretto a dormire in macchina». Anche perché in verità i rom in appartamento non intendono starci: «Vogliamo vivere secondo la nostra cultura, nelle zone residenziali». Zone residenziali: il nome mistificatorio con cui chiamano i campi dove il degrado è all'ordine del giorno.

«Facciamo i rottamai», dicono, occupazione che però non giustifica la auto di grossa cilindrata e i bei orologi intravisti. Nel resto della città ci sono state diverse contro-manifestazioni, dal presidio «tricolore» di Fratelli d'Italia in difesa degli italiani discriminati a quello di Forza Nuova. Nel pomeriggio anche il banchetto di Forza Italia, spostato in un'altra piazza per non dare fastidio ai nomadi. «Se i rom, per come sono trattati dalle nostre istituzioni, manifestano - chiede Giorgia Meloni - cosa dovrebbero fare i cittadini italiani di cui nessuno si occupa?». La Lega Nord si è data appuntamento nel cortile del Comune per presentare alcune proposte concrete per chiudere i campi nomadi. «Rom e sinti protestano contro l'emarginazione, contro la gente brutta e cattiva che non gli vuole bene, contro la Lega - ironizza Matteo Salvini - questa ostilità è inspiegabile. Perché la gente non vuole avere il campo rom davanti casa che è un luogo di festa, di gioia, di integrazione, di scambio culturale?».

I rom nel corteo, anche se i Sinti sottolineano che sono cosa diversa da loro e che la manifestazione è Sinti e i Rom sono solo invitati, ce l'hanno con chiunque sostenga che la loro presenza nelle città crea disagi insostenibili. Ce l'hanno con « Quarta colonna », definito «un programma razzista».

Ma il vero obiettivo sono Salvini, Berlusconi e chi li sostiene. In un cartello mostrato con orgoglio si legge: «Salvini uguale Hitler». Poi dal palco di piazza XX settembre, il grido d'odio finale: Lega e Forza Italia tutti «ladri e bastardi».

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