Destinazione Bruxelles. Via Napoli. Antonio Tajani intravede un incarico nella futura commissione Ue e spinge Forza Italia avanti nel derby del centrodestra con la Lega.
A Napoli, in un'atmosfera anni Settanta, con le esibizioni canore di Erminio Sinni e Serena Autieri si chiude la lunga campagna elettorale degli azzurri per le Europee. L'onda degli 11mila, arrivati da tutte le regioni con treni speciali e pullman, tinge con le bandiere di Forza Italia piazza Matteotti, che fu nel 2019 il luogo scelto da Giorgia Meloni per chiudere la campagna elettorale.
In piazza, le più scatenate, sotto un sole battente, sono Renata Polverini, accompagnata da un cucciolo, e Alessandra Mussolini con l'aureola di santini. «È la giornata - spiega Fulvio Martusciello, capodelegazione FI a Bruxelles e organizzatore con il senatore Francesco Silvestro, per incoronare Antonio Tajani leader di piazza».
Il ministro degli Esteri e vicepremier, diventato da poche ore nonno della piccola Penelope, mette subito in chiaro il senso della battaglia: «Più conta Fi nel governo, più Meloni è centrale in Europa. Noi vogliamo occupare lo spazio politico tra Schlein e Meloni». Con un pizzico di orgoglio ricorda: «Non ci siamo sciolti come neve al sole, dopo la morte di Berlusconi. Noi siamo il patrimonio di Silvio».
Non cita mai Salvini. Con un intervento di 40 minuti circa, Tajani, che vuole al suo fianco sul palco ministri, governatori e dirigenti di partito, ribadisce fedeltà al centrodestra ma precisa: «Non siamo uguali a Fdi e Lega. E non esisterà mai un centrodestra senza Forza Italia». E poi va ad elencare i risultati ottenuti dalla delegazione azzurra nei primi due anni di governo: separazione delle carriere dei giudici, abolizione del numero chiuso a medicina, taglio delle tasse. L'obiettivo nel futuro prossimo è il ritorno al nucleare. E qui che Tajani chiama in causa il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin: «È il momento di osare». Sulla politica estera, arriva il messaggio più netto: «Non manderemo mai i soldati italiani a combattere in Ucraina». Sul tema giustizia, il capo di Forza Italia cita due donne: Caterina Chinnici e Rita Dalla Chiesa, due simboli nella lotta alla mafia. Alessandro Cattaneo, deputato azzurro intercettato dal Giornale si spinge: «Una FI forte in Europa rappresenta la garanzia che l'Italia possa contare e incidere nelle decisioni. Il vero voto utile è questo: scegliere chi siederà dove si decide. Una Forza Italia forte per il governo significa stabilità. Senza di noi non esiste il centrodestra, con noi forti il centrodestra è più forte, liberale europeista». Non manca nessuno alla chiusura. Alessandro Sorte, altro deputato azzurro, al Giornale si augura che «Tajani possa continuare a fare il ministro degli Esteri e il vicepresidente del Consiglio. In ogni caso una decisione su un eventuale incarico in Europa spetta a lui». E poi conferma: «Forza Italia forte significa far contare l'Italia perché noi facciamo parte del Ppe, l'unico gruppo in Ue che dà veramente le carte. Noi abbiamo bisogno di un'Europa più forte, perché l'Italia da sola non può competere con India e Cina». Prima di Tajani, parlano i due capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri e il capodelegazione Martusciello. Barelli si sbilancia: «Non vedo l'ora che arrivi domenica, saremo la sorpresa. Martusciello è senza freni: «Al Sud quadruplichiamo la Lega». Attimo di silenzio sul palco. Ma la piazza applaude.
Gasparri ricorda: «Un anno fa ci davano per spacciati, Berlusconi è stato un grande italiano che ci ha guidato nel mare della politica, non esiste centrodestra senza Fi». Tempi rispettati, per le 19 tutti a casa sulle note dell'inno di Forza Italia.
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