L'onda dei profughi: 2,6 milioni in fuga

L'Onu: boom di esuli. Varsavia: "Stop all'accoglienza". Mosca: "Catastrofe umanitaria"

L'onda dei profughi: 2,6 milioni in fuga

È la crisi dei profughi «più veloce dalla Seconda Guerra mondiale» in Europa. I numeri crescono ogni giorno più alti del precedente. Gli ucraini fuggiti sono circa 2,6 milioni secondo l'Unhcr. «Hanno bisogno di tutto: generi di prima necessità, coperte per ripararsi dal freddo, cibo e medicine», spiega Filippo Grandi, Alto commissario dell'Onu per i rifugiati. Sono soprattutto donne e bambini, una fuga di massa da madre Ucraina ormai ridotta a un inferno dai russi. Ed è evidente che il pallottoliere della tragedia continuerà a salire con l'avanzata delle truppe di Mosca e la furia dei missili del Cremlino. I civili ucraini uccisi - secondo le Nazioni Unite - sono 579, di cui 54 bambini. I feriti più di mille. Morte o fuga, sembra non esserci alternativa.

La metà di quei due milioni e mezzo di profughi a caccia di pace e libertà sono minori. E fra questi ci sono anche tanti minori non accompagnati, come il ragazzino di 11 anni ribattezzato «il più grande eroe della notte» dalla polizia di frontiera polacca, appena qualche giorno fa. Un numero di telefono scritto sulla mano, un sacchetto di plastica e il passaporto. Ha camminato per mille chilometri da solo, per lasciare Zaporizhia, dove l'esercito russo ha occupato la più grande centrale nucleare d'Europa.

La guerra nasconde milioni di storie di famiglie lacerate, di parenti feriti, deceduti, rimasti a combattere. E chi non riesce a raggiungere la salvezza con la mamma, la zia o qualche familiare, si avventura da solo e se è fortunato ha in tasca il numero di telefono di un parente all'estero. Una situazione definita «catastrofica» persino dall'aggressore russo, che con le sue parole fotografa il disastro umanitario da lui stesso provocato, per soffiare sulla resa. Le Ong umanitarie denunciano già le prime scomparse: casi di traffico illegale, estorsione e sfruttamento. Dopo le bombe, i piccoli rischiano di imbattersi anche nella spietatezza dei criminali. «Non è un caso ipotetico, è già successo», spiegano le Ong. La Polonia ha innalzato la pena minima per la tratta di esseri umani da 3 a 10 anni e la pena massima per la tratta sessuale dei bambini da 10 a 25 anni.

E il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowsk, spiega che la capacità di accoglienza dei profughi «è al limite» nella capitale polacca che ha aperto le sue porte a 300mila ucraini su un totale di 1,6 milioni approdati nel Paese.

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