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Londra pensa a una tassa su sale e zucchero

Lo consiglia lo studio della commissione voluta dal governo. Ma Boris nicchia.

Londra pensa a una tassa su sale e zucchero

Londra. Più tasse su sale e zucchero, la Gran Bretagna si rimette in forma. O perlomeno, questo è quello che suggerisce l'ultimo rapporto del National Food Strategy, prodotto da una commissione voluta dal premier Boris Johnson e presieduta da Henry Dimbleby, fondatore della catena di ristorazione alternativa Leon. La nuova imposta, che rientrerebbe nelle politiche dedicate alla lotta contro l'obesità, sarebbe di 3 sterline al chilo per lo zucchero e di 6 sul sale utilizzati nella preparazione dei cibi e garantirebbe al governo un introito di 4 miliardi di euro che potrebbero consentire ai medici di base di prescrivere ai pazienti sovrappeso una dieta più equilibrata e più sana.

Frutta e verdura, nonché corsi di cucina per riuscire a scardinare le pessime abitudini degli inglesi che si sono trasformati in uno dei popoli più grassi del mondo. Abituati dalla nascita a colazioni a base di bacon e uova fritte, a pranzi e cene surgelati acquistati al supermercato, cresciuti a merendine preconfezionate e a bibite gassate e super zuccherate, i britannici obesi sono circa 13 miliardi e la loro salute si è gravemente deteriorata negli ultimi vent'anni. Questo spiega anche l'altissima percentuale di decessi dovuti alla pandemia dopo che è stato scientificamente provato che l'obesità è un fattore aggravante nelle morti per Covid.

Il rapporto è stato accolto con scetticismo dalla Food and Drink Federation, che rappresenta l'industria manifatturiera che ha fatto notare come la «tassa sugli snack» andrebbe a colpire gli strati più poveri della popolazione con un possibile rincaro dei prezzi alla distribuzione. «Il nostro obiettivo non è un rialzo dei prezzi - ha replicato Dimbleby - ma una riformulazione del prodotto in modo da ridurre sale e zuccheri. Se si facesse così ogni persona potrebbe perdere in media due chili all'anno». Una ricetta, quella della riformulazione, già adottata nel 2018 per le bevande zuccherate. Johnson ha dichiarato di non essere particolarmente attratto dalla proposta di imporre altre tasse alle classi lavoratrici, ma un portavoce ha aggiunto che tutti i suggerimenti della commissione verranno vagliati con attenzione nei prossimi sei mesi per poi venir tradotti in legge.

Dopo essere stato colpito dal virus, lo stesso Johnson si era messo a dieta e si era impegnato in una crociata per combattere l'obesità, quindi è molto probabile che non rinunci a portarla avanti nonostante l'opposizione dell'industria manifatturiera.

Rimane però da convincere quella parte di elettori e di colleghi di partito che non vedono con favore l'intervento dello Stato sulle scelte personali come i comportamenti alimentari.

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