Londra - Su Brexit Londra e Bruxelles raggiungono un accordo all'ultimo minuto, ma è solo «la fine dell'inizio» per dirla con le parole di Churchill. Dopo una notte insonne, durante la quale gli staff di Theresa May e di Jean Claude Juncker lavorano senza sosta, all'alba di venerdì arriva la conferma della convocazione di una conferenza stampa congiunta della premier britannica e del presidente della Commissione Europea. Juncker, che aveva già fatto sapere di essere finalmente «soddisfatto per i progressi fatti», non nasconde che l'accordo annunciato «è un compromesso, frutto di lunghi colloqui avvenuti nel corso della settimana, come accade in ogni negoziato». «Questo è stato un negoziato difficile - aggiunge - e doveva concludersi oggi proprio in previsione del Consiglio Europeo della prossima settimana». Scende poi nel dettaglio sottolineando come, da parte della Commissione, la priorità siano sempre stati i cittadini europei residenti nel Regno Unito nel post Brexit. «Oggi - spiega - abbiamo avuto la rassicurazione che tutti coloro che vivono, lavorano e studiano in Gran Bretagna vedranno i loro diritti acquisiti mantenuti e protetti e lo stesso avverrà per i cittadini britannici» nella Ue.
«C'è ancora molto lavoro da fare» ha concluso il presidente passando la parola a May che ha rimarcato come «l'accordo sia nel miglior interesse di tutti nel Regno Unito» garantendo che «non vi sarà alcun confine fisico tra il Nord Irlanda e la Repubblica d'Irlanda». «Adesso - dice - potremo iniziare a discutere della sicurezza e di commercio, delle future relazioni ». A confermare il fatto che siamo appena agli inizi e che tutto può ancora succedere sarà più tardi il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. «Dividersi è difficile, ma la parte più dura arriva adesso - ha dichiarato Tusk - la Gran Bretagna ci ha proposto un periodo di transizione di due anni e noi siamo pronti a discuterne ma abbiamo le nostre condizioni». La leader del partito unionista irlandese Arlene Foster si è detta rassicurata dal coinvolgimento nell'ultima fase del negoziato, ma consapevole che la strada è ancora lunga. L'ex leader dell'Ukip Nigel Farage parla di «una Brexit ormai solo di nome» e di un negoziato «umiliante» per la May. Neppure per il leader del Labour Jeremy Corbyn quest'accordo rappresenta un punto di svolta, anche se sottolinea che non ha intenzione di appoggiare le richieste di alcuni membri del suo partito per azzerare la Brexit.
Dei dettagli dell'accordo si parlerà per tutta la prossima settimana, soprattutto dei circa 40 miliardi che il governo inglese dovrà dare all'Europa per poterla lasciare. Una cifra che, in realtà, non appare in nessuna delle 50 pagine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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