L'Onu si sveglia: «L'Italia non può essere lasciata sola»

Ragusa «L'Italia non può essere lasciata sola». Scende in campo anche l'Onu a richiamare l'Ue alle proprie responsabilità nel fronteggiare l'emergenza immigrati. A sostenere la necessità di un intervento corale è il portavoce dell'Onu Stephane Dujarric, che ha invocato uno «sforzo internazionale»: «Non dovrebbe esser lasciato a un solo Paese il compito di far fronte al massiccio flusso di migranti».

E intanto, il flusso non si ferma. E neanche le tragedie. È stato arrestato lo scafista del gommone naufragato giorni fa nel Canale di Sicilia, dal quale sono state tratte in salvo 73 persone, mentre 18 hanno perso la vita e altre 20, tra cui due scafisti, sono dispersi. Viso d'angelo, 19 anni lo scorso 3 agosto, Gibril Jammeh, messo sotto torchio dalla mobile di Ragusa, è reo confesso. È uno dei tanti in fila per raggiungere l'Italia, squattrinato, scafista improvvisato per scappare. «Ho condotto io il gommone - ha ammesso -. Volevo fare il viaggio, ma non avevo denaro. Ho detto ai libici che ho fatto il pescatore e che ero pronto ad assumermi la responsabilità». È rinchiuso nel carcere di Ragusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, aggravato dall'avere esposto a pericolo di vita i passeggeri, sottoposti a trattamento inumano. Gli viene contestato il reato di morte come conseguenza di altro delitto. I poveretti sono deceduti per asfissia, annegati in una pozza d'acqua mista a benzina. Vedendo il gommone sgonfiarsi, hanno svuotato le taniche per aggrapparvisi. Ma sono svenuti per le esalazioni, annegando. Qualcuno era stato picchiato prima di salire a bordo.

Mentre in Sicilia mancano anche i loculi per i morti, eccone di altri. È salito da 6 a 24 il bilancio delle vittime di un altro dei tre naufragi di questi giorni. Le salme (tra loro 7 donne e un neonato) e i 364 superstiti (ma potrebbero esserci 100 dispersi) sono giunti ieri ad Augusta, interessata da altri sbarchi. La procura di Siracusa ha aperto un'inchiesta. A Pozzallo sono arrivate altre 480 persone. Tutto questo mentre la nave Sirio della Marina Militare completava il soccorso di due gommoni con 171 immigrati e la Borsini ne soccorreva un altro.

Secondo l'Unhcr, nel 2014, sono morte 1.899 persone durante le traversate, 1.600 dall'inizio di giugno. E si continua sbarcare. E si continua a raccogliere corpi. Almeno un centinaio quelli affiorati dopo il naufragio a Tripoli.

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