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L'Ong sfida la direttiva di Salvini: "Reagiremo, profili diffamatori"

Continua lo scontro tra il Viminale e Mediterranea Saving Humans. L'Ong critica il provvedimento "cucito su misura" per la Mare Jonio

L'Ong sfida la direttiva di Salvini: "Reagiremo, profili diffamatori"

Mediterranea Saving Humans non ci sta. E sfida di nuovo il ministro dell'Interno. La direttiva "ad navem" (così la definiscono) diramata da Matteo Salvini nei giorni scorsi per bloccare le "attività illecite" delle Ong è di nuovo al centro della polemica politica. Non solo lo scontro tra Viminale e ministero della Difesa, con sullo sfondo i comunicati diramati dallo Stato Maggiore, ma anche con le organizzazioni umanitarie "destinatarie" del provvedimento.

Il leader della Lega non ha mai nascosto che la direttiva sia "cucita addosso alla Mare Jonio di Luca Casarini". La nave infatti batte bandiera italiana e le sue operazioni di salvataggio nel Mediterraneo sono difficilmente contrastabili dal governo nostrano. Se recupera migranti, alla fine dovranno sbarcare nel Belpaese. E così il ministero dell'Interno ha diramato la direttiva con l'obiettivo di prevenire le attività che - secondo il Viminale - porterebbero a una "deliberata violazione delle normative" finalizzata al "preordinato trasferimento in Italia" dei clandestini.

Mediterranea non ci sta. Dopo l'indagine su Casarini, la Mare Jonio riparte per riprendere le sue missioni al largo della Libia. E oggi, in una conferenza stampa al Palazzo delle Aquile a Palermo insieme al sindaco Leoluca Orlando, risponde alla mossa del Viminale. "Quanto sia singolare un simile provvedimento è sotto gli occhi di tutti", attacca Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans. "Stiamo cercando di capire come rispondere a questo tipo di provvedimento - aggiunge - anche in termini legali e rispetto alle comunicazioni che ci vengono inviate. Siamo di fronte a una direttiva che sembra scritta in una realtà parallela e in un altro mondo, dove non si parla nè di guerra nè di profughi".

Nel provvedimento il ministero dell'Interno aveva riassunto gli eventi dello scorso marzo, quando Mare Jonio portò i migranti in Italia tra mille polemiche. Secondo il Viminale l'imbarcazione "non ha ottemperato alle istruzioni di coordinamento SAR delle Autorità estere" competenti "in acque di responsabilità non italiana". Inoltre, "ha richiesto l’assegnazione del porto di sbarco" all'Italia "in maniera strumentale, dirigendo la navigazione in via preordinata deliberatamente verso le coste italiane anche in assenza di ogni autorizzazione".

Mediterranea dal canto suo si dice pronta "a stare in mare rispettando il diritto e i diritti", ma c'è un (grosso) "però". "Abbiamo enormi difficoltà a considerare la Libia una autorità straniera legittimità a gestire un'area Sar - dice Vorremmo capire cosa sta accadendo ai migranti libici - ha aggiunto - noi rimaniamo in mare e la grave condizione geopolitica ci convince dell'importanza di quello che stiamo facendo senza alcuna paura perchè siamo convinti di continuare a navigare sulla rotta di diritti".

Uscendo dal linguaggio tecnico, la distanza tra Viminale e Ong è sempre più grande. La direttiva di Salvini chiede a Marina, polizia e Capitaneria di controllare che le navi umanitarie rispettino l'autorità della Libia nella sua zona Sar. L'associazione solidale, dal canto suo, non sembra intenzionata a riconoscere l'autorità di Tripoli in quel tratto di mare. "Abbiamo appreso di essere in cima ai pensieri del ministero dell'Intero che vorremo si occupasse insieme al resto d'Europa delle persone rinchiuse nei lager libici - attacca Sciurba - La Guardia costiera libica è inadeguata e il Governo pretenderebbe di lasciare nelle mani di queste persone il destino dei tanti migranti. Lascio il giudizio a voi e alla storia".

Ma la vera notizia è un'altra: l'Ong pare stia lavorando per capire se nella direttiva di Salvini possano esserci dei "profili diffamatori". "Ci hanno detto anche di non reiterare 'condotte illegalì, questo apre il campo alla verifica di profili diffamatori", conclude Sciurba.

La battaglia (navale) continua.

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