L'Open di Australia comincia nel caos. Aria irrespirabile, malori per i tennisti

Jakupovic costretta al ritiro. Ma gli organizzatori vanno avanti

L'Open di Australia comincia nel caos. Aria irrespirabile, malori per i tennisti

Gioco, partita e incontro per il fumo. I match di qualificazione agli Open di Australia, uno dei quattro tornei del Grand Slam, in corso a Melbourne in questi giorni, ieri sono stati sospesi a causa dei gravi problemi provocati dagli incendi divampati nella grande isola oceanica. I campi sono all'aperto e il fumo ha reso l'aria irrespirabile e «nebbiosa» al punto da ostacolare la disputa degli incontri.

Per alcuni tennisti si è trattata di una piccola odissea. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di Dalila Jakupovic (numero 180 del ranking Wta) che dopo aver vinto per 6-4 il primo set ed essere sotto 6-5 nel secondo contro la svizzera Stefanie Vögele (117) si è accasciata al termine di uno scambio molto lungo e non è più stata in condizione di giocare, lasciando la vittoria all'avversaria. «Non ho l'asma e non ho mai avuto problemi di respirazione - ha poi dichiarato la slovena -. Dopo l'intervento del fisioterapista ho pensato che andasse meglio, ma gli scambi si sono allungati e io non riuscivo più a respirare e sono caduta a terra». La Jakupovic se l'è presa con gli organizzatori: «Non è salutare per noi. Sono stata sorpresa dalla decisione, pensavo che non avremmo giocato oggi (ieri, ndr) ma non abbiamo molta scelta». Numerosi incontri hanno subito interruzioni a causa della qualità molto scarsa dell'aria. Eugenie Bouchard ha richiesto assistenza medica. Durante il match tra Blaz Kavcic e Jay Clark uno dei raccattapalle è collassato. Se il governo della città di Melbourne consiglia ai residenti di rimanere in casa con le finestre e le porte chiuse non si vede perché degli sportivi professionisti debbano nelle stesse condizioni produrre un notevole sforzo agonistico. Malgrado ciò gli organizzatori non sembrano intenzionati a rinviare il torneo, che deve ancora entrare nel vivo. Anche se l'americano Noah Rubin, tennista n° 249 del ranking Atp e animatore del canale Instagram «Behind the raquet», che racconta i problemi dei tennisti professionisti meno noti, polemizza: «Federer o Djokovic non giocherebbero in queste condizioni». Vedremo che succederà quando toccherà ai big.

Una gustosa polemica familiare fa da contorno alla crisi ambientale australiana. James Murdoch, figlio del tycoon Rupert Murdoch, assieme alla moglie Kathryn, nota attivista, ha attaccato il modo in cui le reti di famiglia (Fox Corporation e Fox News) stanno dando copertura agli incendi, parlando di «continuo negazionismo degli orgnai di informazione in Australia anche alla luce delle ovvie prove che dimostrano il contrario».

E intanto il fumo causato dai roghi in Australia potrebbe presto terminare il giro del globo. Secondo la Nasa, che ha elaborato le immagini catturate dai satelliti, il fumo avrebbe già compiuto mezzo giro del mondo lo scorso 8 gennaio.

I fumi sviluppati dagli incendi hanno già raggiunto i 17,7 km e «una volta nella stratosfera, potranno viaggiare per migliaia di chilometri dalla sua origine, interessando le condizioni dell'atmosfera in ogni angolo del globo», spiega l'agenzia spaziale americana sul suo sito.

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